Agenzia delle Entrate – Ferrara: Il diritto di punire i dipendenti non si tocca…tanto pagano i cittadini – Comunicato unitario

06 Maggio 2014

Ferrara: Il diritto di punire i dipendenti non si tocca…tanto pagano i cittadini – Comunicato unitario

Questa è una storia rappresentativa di come in Italia i pesi e le misure siano doppie, le tutele non siano uguali per tutti e le istituzioni si autoconservino a danno dei lavoratori e dei cittadini.
Un collega dell’Ufficio Territoriale di Ferrara, addetto alla tassazione degli atti pubblici, nello svolgere il proprio lavoro, utilizza, nel rispetto delle norme, due procedure “semplificate” che permettono di guadagnar tempo, risparmiare denaro e mantenere un rapporto di collaborazione con l’utenza esterna.
La prima è una procedura da sempre esistente negli Uffici, il cosiddetto “avviso bonario”, che consiste in una liquidazione informale, non necessaria, una sorta di “assistenza” data al contribuente che non è in grado di liquidare autonomamente l’imposta dovuta.
La seconda, nel caso di atti pubblici trasmessi in via telematica dal notaio, si concretizza in un invio al sistema informatico della liquidazione corretta, e permette al notaio di regolarizzare liquidazioni errate senza passare attraverso la notifica di un inutile e dispendioso avviso di liquidazione (in termini monetari e di tempo) .
Queste procedure sono adottate anche dagli altri colleghi che operano nello stesso settore e i superiori dell’Ufficio (capo team e Direttore) le hanno da sempre autorizzate.
Nel 2009 è sottoposto ad un controllo dell’Audit, che, invece di svolgere il proprio compito, cioè effettuare rilievi ai dirigenti  nel caso di comportamenti inidonei, fa una segnalazione all’Ufficio disciplina.  Ne consegue che lui, e solo lui, viene colpito da un procedimento disciplinare per avere utilizzato indebitamente queste procedure. La sanzione irrogata è di € 39 euro, pari allo stipendio lordo di due ore di lavoro. Questa “piccola” sanzione gli preclude- fra l’altro- l’inserimento in graduatoria per il passaggio di fascia economica e l’impossibilità di partecipare a interpelli per ricoprire incarichi di responsabilità.
La consapevolezza di aver subito un sopruso non giustificato da nulla, spinge il funzionario a ricorrere al giudice, nonostante il rischio di pagare, per le spese legali, una somma anche 100 volte superiore a quanto richiesto dall’Amministrazione.
Il caso finisce pure sulla stampa, per iniziativa di quell’utenza – i notai – che era la prima beneficiaria della procedura contestata.
Alla fine il Giudice dà ragione al funzionario: nessuna violazione può essergli addebitata, mentre l’Amministrazione che si dimostra “irragionevole” deve pagare le spese di lite, aumentate del 50%.
Quella ingiusta sanzione di € 39,00 è costata 5.000,00 euro alle casse erariali, cioè a tutti noi.
Ma non è questa la fine della storia.
L’Amministrazione impugna la sentenza e per il secondo grado di giudizio si fa assistere dall’Avvocatura dello Stato.
Ora si deve attendere che un altro Tribunale italiano si occupi di questo collega e della sanzione di € 39,00.
Il finale non è ancora scritto, ma si possono già trarre molti insegnamenti:
·         L’amministrazione parla di proficuità ed economicità della propria azione, ma se ne dimentica quando si tratta di punire i propri dipendenti.
·         Nonostante le norme stabiliscano la responsabilità dei dirigenti, questi non rispondono delle loro scelte sbagliate….ci sarebbe stato questo appello in secondo grado se le spese di lite fossero state a carico del dirigente e non delle casse erariali?
·         La sproporzione delle forze in campo fra lavoratore e amministrazione è tale che qualsiasi decisione, anche la più ingiusta ed arrogante, è spesso subita senza reazione. Il funzionario di cui si è parlato dovrà nuovamente rivolgersi ad un avvocato, a proprie spese, mentre dall’altra parte, a difesa del diritto di punire, si trova una delle storiche istituzioni nazionali.
·         I mali della giustizia italiana, a causa dei quali siamo stati criticati e condannati dall’Europa, nascono anche da queste dissennate scelte dell’Amministrazione Pubblica, che gonfia il contenzioso del Lavoro riempiendo le aule dei tribunali di processi assurdi e inutili.
 


 
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