Medici -Difendete il Ssn e i suoi professionisti: l’appello dei medici e dirigenti sanitari a governo e regioni

24 Marzo 2014

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Difendete il Ssn e i suoi professionisti: l'appello dei medici e dirigenti sanitari a governo e regioni

In una lettera i sindacati elencano le 5 criticità e chiedono un incontro al Presidente Renzi

Roma, 24 Marzo 2014
Subito la legge sulla responsabilità professionale. Avviare la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro. Riconoscere la peculiarità dei medici e dirigenti sanitari. Trovare una soluzione definitiva al problema del precariato in sanità. Allineare il numero dei contratti di formazione specialistica con quello dei laureati.

Sono queste le cinque richieste che le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, sanitaria, tecnica e professionale hanno elencato in una lettera inviata al Presidente Renzi, ai Ministri Lorenzin e Madia, al Presidente Errani e al coordinatore degli Assessori alla salute Coletto che si conclude con la richiesta di un incontro per cercare soluzioni esaustive.

Si tratta di temi prioritari per la tenuta del Sistema Sanitario – si legge nella lettera allegata – che al nuovo Governo chiedono segnali positivi, un inequivocabile riconoscimento della centralità del SSN pubblico come strumento imprescindibile del diritto alla salute, il solo che la Costituzione definisce fondamentale. Da un tale dibattito non possono, comunque, essere esclusi i professionisti, sul lavoro dei quali si basano tale centralità e tale diritto.

Condannare la sanità pubblica a non reggere l’onda d’urto della crisi e ad essere spazzata via, come in Grecia ed in Spagna, significa incidere sullo stesso grado di civiltà di un Paese, come la vicenda greca dimostra. Ma si tutela il sistema delle cure se si tutela chi quelle cure è chiamato ad erogare. Non sarà possibile mantenere un Sistema Sanitario equo, solidale ed universalistico, se i professionisti del Servizio Sanitario vengono sconfitti nei propri valori etici e deontologici, ridotti ad ingranaggi di un apparato che continua a scaricare su di loro l’insostenibile obbligo di continuare a colmare il vuoto tra le attese dei cittadini e le risorse a disposizione.

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