Carceri: sconcerto e rabbia per il suicidio del sovrintendente della Pol. Pen. di Novara

12 Marzo 2014

Carceri: sconcerto e rabbia per il suicidio del sovrintendente della Pol. Pen. di Novara

 
Comunicato stampa di Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale Fp Cgil e Francesco Quinti Responsabile Nazionale Fp Cgil Comparto sicurezza

 
Roma, 20 febbraio 2014

“Siamo stanchi di assistere a queste barbarie nel colpevole e assordante silenzio delle istituzioni e di una opinione pubblica ormai assuefatte al dramma delle carceri italiane e degli uomini e delle donne in divisa”. Con queste parole Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale Fp-Cgil, e Francesco Quinti, Responsabile Nazionale Fp-Cgil Comparto sicurezza, commentando l’ennesima tragedia consumatasi ieri pomeriggio nel carcere di Novara con il suicidio di un soprintendente della Polizia Penitenziaria.
“E’, come diciamo da tempo, una vera e propria crisi umanitaria, a cui le istituzioni assistono pressoché inermi. Circa 80 i suicidi tra poliziotti solo negli ultimi 10 anni, un dramma forse figlio di una politica miope e parziale, esclusivamente orientata a tentare di risolvere l’emergenza carcere con provvedimenti incapaci di fare sistema. Concepiti – continuano i due sindacalisti – senza tenere nella opportuna considerazione anche gli aspetti organizzativi, i diritti e le esigenze del mondo del lavoro in carcere e, soprattutto, del personale della Polizia Penitenziaria, che nel sistema vive e lavora h24, cercando di operare al meglio per garantire i compiti affidati.”
“Gli agenti del Corpo – prosegue la nota – oltre a dover sopperire alla carenza di organico di circa 8000 unità, paradossalmente, devono assecondare anche le presunte innovazioni apportate al sistema penitenziario, i cui effetti vengono di fatto totalmente scaricati sulla Polizia penitenziaria, causando demotivazione e un aumento esponenziale dei carichi di lavoro. Servono rimedi urgenti sul versante dell’implementazione del personale da impiegare negli istituti di pena, occorre avviare una riflessione complessiva e urgente sull’organizzazione del lavoro richiesta alla luce dei nuovi impegni a cui è chiamata a rispondere la Polizia Penitenziaria, ma occorrono soprattutto provvedimenti di concreto sostegno al personale che opera a contatto con i detenuti, interventi immediatamente praticabili ed esigibili dagli operatori coinvolti, come ad esempio i presidi psicologici territoriali”.
“Nell’esprimere tutta la nostra solidarietà ai familiari e ai colleghi del sovrintende scomparso – concludono i Fratini e Quinti – ci rivolgiamo a quella parte della politica che ha avuto l’incarico di formare il nuovo Governo del Paese, auspicando che sappia presto individuare per il gravoso compito di Ministro della giustizia una persona realmente competente e capace”.
 

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