Le OO.SS. con apposita nota del 1 agosto, nel cogliere positivamente le previsioni del ministro Lorenzin contenute nel DDL approvato dal consiglio dei ministri del 26 luglio relativamente alla volontà di adottare, sia un testo unico della normativa vigente sugli enti vigilati dal Ministero della Salute, sia un decreto legislativo limitatamente alle norme concernenti la Croce Rossa Italiana, hanno chiesto l’avvio di un percorso condiviso con tutti i soggetti coinvolti nella riorganizzazione dell’Ente.
Si è, infatti, intravista nel decreto un’occasione per arrivare finalmente ad una vera riforma della CRI che consentisse l’innalzamento dell’efficienza dei servizi, la garanzia dei livelli occupazionali, la valorizzazione delle professionalità e di mettere fine all’annosa questione del precariato CRI con la stabilizzazione dei rapporti di lavoro.
Inoltre, dato che gli effetti del D.lgs 178 si sarebbero concretizzati già dal mese di dicembre prossimo, è stato chiesto, oltre che al Ministro, anche al Presidente dell’Ente un intervento urgente finalizzato a sospendere tali effetti.
Infatti, nel corso degli incontri di contrattazione integrativa avvenuti agli inizi dello scorso mese di luglio, è stata condivisa con l’Amministrazione la convinzione di programmare specifici incontri sul tema della riorganizzazione e riordino dell’Ente.
In quella sede il Presidente si impegnò a intraprendere un confronto serrato anche per esplorare ogni possibilità di modificazione del decreto di riordino della Croce Rossa.
Ciò nonostante e senza alcun tipo di confronto, la Cri ha suggerito nei giorni scorsi la presentazione di un emendamento che pur ottenendo un rinvio di un anno del processo di riorganizzazione non garantisce il personale di ruolo e a tempo determinato in servizio presso i comitati locali e provinciali.
Tale criticità è stata valutata anche da parte della commissione parlamentare che ha sospeso il suddetto emendamento in attesa di una sua modifica che consenta lo slittamento dei tempi per superare le criticità presenti nella normativa ora vigente senza, però, peggiorare le garanzie dei rapporti di lavoro e dei livelli occupazionali.
Le modifiche al 178 devono casomai aumentare le garanzie per i lavoratori non diminuirle.
Ciò è quanto abbiamo ribadito nell’incontro convocato lo scorso 4 ottobre dal Presidente che, pur impensierito da un eventuale rigetto dell’emendamento, non ha potuto che condividere le nostre preoccupazioni e suggerimenti.
Cgil, Cisl, Uil e Cisal hanno quindi, coinvolto unitariamente i Gruppi e le Commissioni Parlamentari interessate.
Il nostro impegno, la nostra responsabilità e determinazione che stanno caratterizzando questa lunga e complicata vertenza della CRI si stanno rivelando ancora una volta la vera garanzia per i lavoratori dell’Ente.
Innalzare il livello dei servizi dell’Ente e nel contempo determinare la migliore condizione lavorativa possibile costituisce un baluardo a difesa della garanzia del servizio pubblico in settori delicati come l’assistenza e il soccorso.
Per tali motivi le scriventi Federazioni Nazionali confermano l’attuale stato di agitazione del personale della CRI e avviano un crescente percorso di mobilitazione nonché un inasprimento della vertenza a partire dalla convocazione per i primi giorni della prossima settimana di una serie di assemblee del personale sostenute anche da presidi esterni di lavoratori.
Verranno successivamente comunicate le modalità e le relative date delle manifestazioni suddette.
Roma, 8 ottobre 2013
FP CGIL CISL FP UIL PA FIALP CISAL