Ad inizio anno è stata approvata una importante modifica al TU Sicurezza che, con la scusa della semplificazione, ha probabilmente peggiorato le condizioni di lavoro e di sicurezza in alcuni ambienti di lavoro.
Fino a pochissimo tempo fa, infatti, chi volesse adibire locali sotterranei o semi-sotterranei come luogo di lavoro aveva bisogno di un’autorizzazione dell’ASL, ricevuta solo dopo visita in loco da parte dei tecnici di quell’Ente.
Da gennaio, invece, per effetto della modifica, la competenza in materia è passata esclusivamente all’INL (e non si capisce perché, visto che anche le ASL hanno competenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro) e non è più necessaria un’autorizzazione: basta una semplice comunicazione all’Ispettorato competente, allegando la documentazione necessaria. Se entro 30 giorni l’Ispettorato non risponde, i locali potranno essere utilizzati.
Sul punto, l’INL ha emanato un’apposita circolare, che riconosce la competenza non al Processo vigilanza, ma ai servizi all’utenza. Quindi, una comunicazione che potenzialmente ha un impatto importante sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, viene trattata alla stregua di una richiesta di accesso agli atti, ad esempio. Aggiungiamo (ma non dovrebbe esserci bisogno, in quanto cosa nota) che nei servizi all’utenza non sono adibiti ispettori tecnici, gli unici ad avere competenza sul tema. Ci chiediamo, quindi, che competenze possano avere le colleghe e i colleghi adibiti al processo Utenza per poter dare una risposta adeguata.
Che questa modifica normativa sia solo una delle tante conseguenze politiche del «non disturbare chi produce ricchezza» ci sembra chiaro, ma che l’INL si presti a fare da foglia di fico di questo obbrobrio normativo non ci convince affatto.
Perché non prevedere un coinvolgimento formale anche del personale ispettivo tecnico, in un aspetto preminentemente di sua competenza? Perché lasciare “il cerino in mano” e scaricare la responsabilità sui funzionari del processo servizi all’utenza, facendo finta di non sapere che la valutazione richiesta non è tra i loro compiti e le loro competenze professionali?
INL può sanare questa situazione, prevedendo il coinvolgimento del personale ispettivo che può farlo, non lasciando questo compito esclusivamente nelle mani del processo Utenza.
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
Matteo Ariano |