Sicurezza/Polizia Penitenziaria – Comunicato stampa congiunto su DM piante organiche e altro OO.SS Polizia Penitenziaria

10 Aprile 2013

Sicurezza/Polizia Penitenziaria – Comunicato stampa congiunto su DM piante organiche e altro OO.SS Polizia Penitenziaria

 

RISCHIO COLLASSO SISTEMA PENITENZIARIO
INEVITABILE L’AVVIO DI INIZIATIVE SINDACALI

 

 In data 22 marzo u.s. il Ministro della Giustizia Avv. Paola Severino ha licenziato un Decreto Ministeriale che ridetermina unilateralmente le dotazioni organiche regionali degli istituti penitenziari del personale di Polizia Penitenziaria, statuendo motu proprio anche le piante organiche delle sedi amministrative centrali c.d. “extra moenia”.
Dopo un’approfondita analisi del provvedimento imposto e annunciato dall’Amministrazione penitenziaria con grande enfasi, le Segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali OSAPP, SINAPPE, UGL, CISL e CGIL FP ritengono  che il  provvedimento  assunto determinerà un ulteriore grave peggioramento delle condizioni lavorative e dei diritti contrattuali del personale appartenente a qualsiasi ordine e grado del Corpo di Polizia Penitenziaria, e specificatamente di quello impiegato presso gli istituti penitenziari del Paese.
La “nuova” dotazione organica, che contrariamente a quanto comunicato dai vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non è frutto di un “esame” e men che meno di un lavoro partecipato e condiviso con le rappresentanze sindacali del personale circa gli oggettivi criteri di individuazione delle necessità delle articolazioni centrali (benché strategiche per il funzionamento dell’Amministrazione stessa), non tiene affatto conto delle nuove strutture penitenziarie e dei servizi attivati dal 2001 ad oggi e si limita solo a fotografare l’esistente ricalcando i numeri di quella precedente, dando per assodato che le unità attualmente non presenti o mancanti da molte sedi penitenziarie – ad oggi circa 8000 – non siano più necessarie.
Analogamente, l’attuale Amministrazione penitenziaria senza aver proceduto ad una ricognizione dei posti di servizio delle carceri, ha unilateralmente rideterminato il coefficiente di funzionalità su base regionale mortificando, oltremodo, il sistema della partecipazione sindacale così violando palesemente il sistema di regole e prerogative sindacali stabilite dai contratti nazionali di comparto in vigore, anche in tema di organizzazione del lavoro.
Vieppiù in un momento di totale incertezza per le sorti e il futuro del Paese, il ruolo della Polizia Penitenziaria viene di fatto ad essere unilateralmente ridefinito  senza tenere in alcuna considerazione gli attuali vincoli imposti dalla normativa vigente per i compiti dei poliziotti e le responsabilità disciplinari e penali a cui questi sono comunque soggetti,  all’interno di un percorso di rimodulazione delle tipologie dei circuiti penitenziari adottato con percorsi e soluzioni che allo stato  non possono essere condivise dalle scriventi OO.SS., poiché tra l’altro rischiano di compromettere le funzioni assegnate per Legge al Corpo di Polizia Penitenziaria come, ad esempio, l’osservazione trattamentale della persona detenuta.
Pertanto le scriventi rappresentanze, in ragione delle argomentazioni suesposte, sostenendo la causa del personale del Corpo stanco di dover svolgere inascoltato il proprio lavoro su più posti di servizio con turni di lavoro gravosissimi e/o di effettuare il  servizio di traduzione dei detenuti costantemente sotto scorta, considerate anche le irresponsabili falle provocate nel sistema di pagamento delle indennità accessorie (straordinari, missioni, avanzamenti di qualifica) che ne pregiudicano i trattamenti, preannunciano fin d’ora l’avvio di iniziative sindacali di lotta  e si riservano di convocare quanto prima una conferenza stampa per  esplicitare le incongruenze di un piano complessivo di intervento che si vuole imporre senza tener conto del sovraffollamento cronico delle carceri e della predetta carenza d’organico, allo stato superiore alle 8000 unità, anche rispetto alla “fantasiosa” rideterminazione operata con il D.M. di cui in premessa.
A prescindere dai diversi modelli custodiali paventati e/o imposti dall’Amministrazione penitenziaria, il predetto D.M. rischia di compromettere seriamente e in maniera inaccettabile la funzionalità e la sicurezza degli operatori e delle carceri e, più in generale, quella della collettività. 
 

ROMA lì,  10.04.2013
 

    OSAPP    SINAPPe    UGL/P.P.    C.I.S.L.F.N.S.   C.G.I.L./F.P.
  Beneduci    Santini        Moretti          Mannone           Prestini


 
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