Spacchettamento – incontro dell’11 maggio 2007

18 Luglio 2011

DALLO SPACCHETTAMENTO ALL'IMPACCOTTAMENTO

FPCGIL FPCISL UILPA

Roma, 10 maggio 2007

Al personale del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e
del Ministero della Solidarietà Sociale

DALLO SPACCHETTAMENTO ALL’IMPACCOTTAMENTO

Abbiamo avuto informazione che è in via di pubblicazione il DPCM di riordino del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e del neonato Ministero della Solidarietà Sociale; in esito a ciò le amministrazioni interessate hanno convocato le OO.SS. al fine di determinare i criteri per la mobilità di cui all’art. 4 del DPCM stesso.
Nel corso dell’incontro tenutosi il 7 maggio u.s. le due Amministrazioni ha fornito alcune indicazioni rispetto alle procedure da seguire in attuazione del predetto decreto per la parte riguardante la mobilità del personale.
In base alla proposta elaborata dalle due Amministrazioni, sono 40 le unità interessate alla mobilità, di cui 4 afferenti alla Direzione Generale dell’Innovazione Tecnologica e 36 a quella della Direzione Generale delle Risorse Umane e degli AA.GG. per complessive 28 unità di area B e 12 di area C.
La mobilità riguarderà non tutti i dipendenti dell’Amministrazione Centrale – come precedentemente più volte assicurato – ma soltanto coloro che prestano servizio nelle predette Direzioni e interesserà prevalentemente coloro che rivestono determinate qualifiche professionali o che svolgono specifiche mansioni.
Il fabbisogno previsto per la normale operatività del neonato Ministero della Solidarietà sociale, ha individuato particolari professionalità occorrenti per specifiche mansioni senza fornire spiegazioni sui criteri utilizzati. Tra queste rientrano n. 12 autisti e n. 9 lavoratori di area B da assegnare ad attività di supporto.
Le scriventi OO.SS. presenti al tavolo, dopo varie richieste di chiarimento, hanno espresso molta contrarietà in ordine alla fattibilità delle operazioni cosi preventivate.
In primo luogo hanno rivendicato l’istituto della contrattazione di cui all’art. 4 del CCNL (mobilità volontaria) riferendosi in particolar modo anche alla volontà dichiarata dalle parti – nel corso degli incontri con i Ministri – di dare attuazione alla mobilità volontaria.
Inoltre dai predetti incontri risultava chiaro che, una volta definita la mobilità volontaria delle 40 unità unilateralmente stabilite, sarebbe stato possibile lo scambio dei lavoratori che preferivano transitare da un’amministrazione all’altra.
Peraltro è da spiegare il fatto che, taluni lavoratori anche in posizione di comando o di distacco, siano stati ingabbiati nel nuovo ministero senza aver avuto alcuna possibilità di esprimere quantomeno una preferenza.
Inoltre, le due Amministrazione non hanno chiarito quali siano i parametri con i quali sono stati definiti il numero e le qualifiche dei lavoratori che vogliono o devono passare al Ministero della Solidarietà Sociale, se non il vago riferimento di garantire la continuità di alcuni servizi.
Le Stesse, nulla hanno detto circa l’allocazione degli immobili, che risulta invece essere un elemento determinante ai fini di una manifestazione di volontà dei lavoratori.
Manca inoltre un organigramma che ci faccia comprendere di quante e di quali unità necessita il Ministero della Solidarietà Sociale per il proprio funzionamento, sebbene la richiesta sia stata presentata a più riprese nel corso degli incontri precedenti.
E’ incomprensibile, infine, che ad essere oggetto di mobilità siano prevalentemente i lavoratori di area B, senza che nessuno identifichi le professionalità effettivamente occorrenti per l’area C che dovrebbero essere ricercate tra quei lavoratori in possesso di specifiche qualifiche professionali ed effettivamente interessati a lavorare nell’ambito della solidarietà sociale.
Con riferimento ai criteri di mobilità, la proposta delle due Amministrazioni è basata su un DPCM del 2000 dove l’anzianità di servizio e il nucleo familiare sono utilizzate per la determinazione del punteggio utile ai fini del transito volontario o coatto del personale.
Alla luce delle perplessità esposte, le Scriventi hanno chiesto un rinvio della discussione finalizzato all’approfondimento di taluni aspetti connessi al DPCM (che ricordiamo non risulta ancora pubblicato) e soprattutto in relazione al dovuto confronto con la base dei lavoratori che rappresentiamo.
Queste OO.SS. hanno altresì dichiarato la loro indisponibilità a proseguire i lavori se dovesse persistere la posizione delle due Amministrazioni di far apparire come volontaria una mobilità che di fatto non è altro che coatta.
In ogni caso se l’unica espressione del Sindacato dovrà essere quella di prendere atto di una disposizione gia pianificata e già concordata tra i rappresentanti dei due Ministeri – riportata in norma alla quale attenersi scrupolosamente – è indubbio che la responsabilità di portare a conclusione questa partita mal giocata o non giocata che dir si voglia, sia a capo dei soggetti che tali scelte hanno operato.

FPCGIL
FPCISL
UILPA
Giuseppe Palumbo
Immacolata Dui
Palmina D’Onofrio

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