Occorre evitare che la TARES, sulla quale occorrerà riprendere la discussione per modificarne gli aspetti più controversi, pesi eccessivamente sui bilanci della famiglie e delle aziende.
Infatti, lo slittamento a luglio del pagamento della prima rata sta mettendo in difficoltà gli utenti che quest’anno si ritroveranno a pagare, non in 4 o 6 rate come lo scorso anno, bensì in 2.
Ma non c’è soltanto un risvolto sulle famiglie, anche per le aziende pubbliche e private, che gestiscono i servizi di igiene ambientale, lo slittamento toglie già da molti mesi le necessarie risorse economiche per garantire i servizi, compresa la regolarità del pagamento degli stipendi per i lavoratori e le lavoratrici addette.
Paradosso dei paradossi: per assicurare la continuità del servizio, le aziende, a corto di liquidità assicurata dalle fatture pagate dai contribuenti, sono costrette a fare ricorso all’indebitamento, con il conseguente aumento del costo del servizio di smaltimento, che sarà inevitabilmente scaricato sulle famiglie, con un ulteriore aumento delle tariffe.
Chiediamo, pertanto, di spalmare il pagamento della tassa attraverso più acconti, secondo le consuetudini attuali dei Comuni, anticipando il pagamento, così come avvenuto per l’IMU lo scorso anno, evitando di farlo coincidere con quello di altre imposte e tasse. In questo modo si potrebbero conciliare le esigenze delle famiglie e raccogliere il grido di allarme delle aziende.
Altrimenti il rischio è di una stangata, tra giugno e luglio, di circa 31,8 miliardi di euro (11,6 miliardi acconto IMU, 14,4 miliardi saldo IRPEF, 4 miliardi acconto TARES e 1,8 miliardi la tranche dell’aumento dell’IVA).
CGIL D. Barbi – F. Solari
CISL F. Giacomassi – M. Petriccioli
UIL G. Loy
Roma, 22 marzo 2013