Mercoledì 6 marzo si è tenuto il coordinamento nazionale dell’Agenzia delle Territorio. Il punto centrale della discussione è stato l’accorpamento delle due Agenzie e tutte le criticità che ne derivano.
Ancora una volta abbiamo espresso tutta la nostra contrarietà a tale operazione sia perché incide negativamente sulla lotta all’evasione ed elusione fiscale, ma soprattutto per l’attacco portato al comparto delle Agenzie fiscale. Infatti con l’accorpamento delle Agenzie si è fatto un passa indietro rispetto ad una ristrutturazione delle funzioni centrali. Ricordiamo a tutti che il nuovo comparto è nato con l’idea di riformare la pubblica amministrazione creando degli Enti snelli, con autonomia patrimoniale e gestionale, ponendo al centro della loro attività la produttività e qualità dei servizi erogati, migliorando sensibilmente l’organizzazione del lavoro ed incrementando il salario accessorio dei lavoratori (legato al 90% circa alla produttività sia di Agenzia che di singolo ufficio). Inoltre questo accorpamento ha unito due Enti completamente diversi sia sotto l’aspetto funzionale che contrattuale. Il nostro CCNI, l’organizzazione degli uffici, le competenze e le professionalità, il fine istituzionale, la ripartizione del salario accessorio, sono diversi da quelle dell’Agenzia delle Entrate. A tal fine riteniamo fondamentale adeguare la nostra struttura a questa nuova realtà ed aprire una discussione sui problemi in essere: dall’adeguamento organizzativo alla ripartizione del salario accessorio. Infatti abbiamo evidenziato che mentre da un lato esisteno una organizzazione per team, posizioni organizzative e di responsabilità, definizione dei mestieri e una ripartizione del salario accessorio completamente diversa che tende a premiare le posizioni ed i team (con percentuali diverse all’interno del singolo ufficio) dall’altro abbiamo una organizzazione per reparti, non abbiamo posizioni organizzative e di responsabilità né i mestieri, un salario accessorio legato al raggiungimento degli obiettivi dei singoli uffici ed una ripartizione dello stesso in forma uguale tra i lavoratori. Quindi riteniamo necessario aprire una discussione all’interno della nostra organizzazione per individuare una linea politica da discutere con l’Amministrazione.
Inoltre assistiamo ad una “annessione” dell’Agenzia del Territorio alle procedure dell’Agenzia delle Entrate senza un confronto costruttivo nel merito, come se da un lato ci fosse l’efficienza e dall’altro la totale inefficienza.
Abbiamo espresso tutta la nostra preoccupazione sull’accorpamento e la relativa ricaduta sul personale (sia dirigenziale che non) della struttura centrale (oggi) e delle strutture regionali e provinciali (domani).
Per quanto riguardai passaggi economici riteniamo inammissibile il ritardo nell’attuazione delle graduatorie pubblicate lo scorso 29 novembre. A tal fine chiederemo un incontro immediato per capire i motivi ostativi che portano a non inquadrare il personale nelle nuove fasce economiche e contestualmente chiederemo che i residui siano utilizzati per ulteriori passaggi e l’esigibilità degli accordi in essere per effettuare ulteriori progressioni.
Con riferimento al comma 165, il cui decreto dovrebbe essere firmato nei prossimi giorni, abbiamo chiarito che il Decreto Ministeriale errato può essere modificato soltanto con un ulteriore Decreto Ministeriale (a tal fine abbiamo posto in essere una raccolta di firme da presentare al Ministro). Le norme in essere non prevedono che un Decreto Ministeriale possa essere modificato con un accordo sindacale (come sostiene qualcuno) ed inoltre sottolineiamo che la CGIL non è un sindacato settoriale ma confederale che difende i diritti dei lavoratori indipendentemente dalla loro struttura di appartenenza.
E’ stata deliberata, con il consenso o meno delle altre OO.SS., una richiesta di incontro con l’Amministrazione sulle progressioni economiche e le criticità dell’accorpamento.
Il Coordinatore Nazionale
Carmine Di Leo