Le Rsu della Dp II di Torino scrivono per stigmatizzare gli ennesimi avvenimenti accaduti ai danni degli operatori del front office.
Nel pomeriggio del 05/02 u.s. nonostante la presenza della guardia giurata, è stato necessario chiedere l’intervento della forze dell’ordine.
Alle ore 15 nel salone del front–office gremito di contribuenti , è andato in scena l’ennesimo attacco ai lavoratori dell’Agenzia delle Entrate perché colpevoli di fare il proprio lavoro.
Due contribuenti hanno iniziato a protestare, ad insultare e minacciare sia il collega allo sportello che gli altri intervenuti per cercare di riportare la calma ma, nonostante l’intervento della guardia giurata, del capo team e del Direttore il loro continuo inveire ha innescato una reazione a catena coinvolgendo anche un’altra contribuente che dopo aver insultato colleghi e Direttore ha minacciato di dare fuoco all’ufficio e, per giunta, anche un “professionista” ha dato il suo contribuito.
La situazione che si stava creando ha indotto il Direttore a chiedere intervento dei Carabinieri e nonostante il loro intervento i due contribuenti hanno continuato ad inveire fino a quando non li hanno convinti ad uscire dall’ufficio.
Alla fine della giornata lavorativa i colleghi avevano timore ad uscire dall’Ufficio, viste le minacce ricevute.
Questo episodio, solo ultimo in ordine di tempo, dimostra come gli operatori di front–office siano sempre più in difficoltà e sempre in minor numero.
Episodi come questo si verificano quotidianamente in tutti gli Uffici, grandi e piccoli, indipendentemente dalla più o meno lunga attesa o dalla durata di apertura del front office: tutti coloro che ritengono di avere qualcosa da dire allo Stato o alla classe politica, sulla giustezza delle imposte e delle aliquote, vengono negli Uffici a dirlo e, lo diciamo consapevoli di non fare scoperte eclatanti, lo dicono a chi hanno di fronte.
Di fronte a loro ci sono persone per bene, lavoratori scrupolosi, donne e uomini gentili e comprensivi, che non ricevono la giusta tutela da un’Amministrazione che, invece, ritiene che ampliare il numero delle ore di sportello (e cioè delle ore a rischio) sia la soluzione migliore.
Ci chiediamo: ma se un contribuente grida insulta e minaccia quando in Ufficio ci sono 40 pubblici ufficiali, un Direttore, una guardia giurata (non presente in tutti gli Uffici) e due carabinieri, cosa succederebbe se, invece, non ci fosse nessuno? Cosa succederebbe se il paladino della “propria” visione giustizialista fosse accolto da una sola persona che stacca i biglietti nell’attesa che il resto del front–office si riempia?
Questi episodi non possono che far riflettere sull’utilità e l’opportunità di tenere front–office aperti in presenza di presidi poco numerosi di colleghi.
Torino 07/02/13 RSU-DPII-Torino