COMUNICATO
Con il 30 novembre u.s. si è chiuso ancora una volta il sistema di valutazione (SIVAP) riferito al personale del MEF, nel 2012.
Ancora una volta, tra i lavoratori, si è manifestato malcontento, riguardo ad una valutazione che, pur sperimentale, trattiene nelle sue maglie, molti elementi critici.
Poiché nell’attuale sistema poco o nulla è cambiato nel tempo, sembrerebbe che tutto sia funzionante e coerente con i criteri che governano l’iter valutativo.
Invece, nella realtà, il sistema, già ricco di elementi negativi nella sua impostazione di base, è andato peggiorando e, nel tempo, si sono evidenziati molti rifiuti e contestazioni nei confronti delle schede valutative.
Le criticità lamentate, in tantissime sedi territoriali e centrali, compresi molti uffici della giustizia tributaria, puntano contro la discrezionalità che il sistema offre e/o consente alla dirigenza.
Prima di tutto, discrezionalità rispetto al valore che i diversi dirigenti attribuiscono al loro giudizio personale, come segnalato, tra l’altro, anche da un recente comunicato FP CGIL Mef della Lombardia.
Come a scuola, tra i dirigenti, ci sono alcuni che pensano che “la sufficienza” esprima un altissimo valore, mentre altri attribuiscono molto facilmente il massimo valore possibile ai dipendenti dei loro uffici. Altri ancora hanno attribuito i punteggi seguendo l’ordine gerarchico all’interno delle aree, così come lo stesso dirigente nelle diverse sedi da lui dirette ha adoperato criteri diversi, “passando” anche dall’autovalutazione.
In buona sostanza, se il SIVAP dovesse avere un qualche effetto, ai fini delle progressioni di carriera o nella percezione di quote di salario accessorio, avremmo delle distorsioni, meglio ancora degli squilibri abnormi ed ingiustificati nel sistema premiante dei lavoratori delle aree professionali.
Tutto ciò è scontato che si verifichi quando, di fatto, il sistema di valutazione dell’OIV, così come è nato dalla legge 150, si traduce anche al Mef in una metodologia discrezionale ed unilaterale.
E’ evidente che il sistema di valutazione dovrebbe esprimersi (in un giudizio e/o quindi in un coefficiente numerico) utilizzando criteri che tendano all’oggettività e garantiscano giudizi omogenei su tutto il territorio nazionale, senza quindi variare in base alla discrezionalità della dirigenza (giudizi non modificabili nemmeno a cura del Comitato di valutazione).
Discrezionalità sottolineata ed evidenziata quest’anno anche dal fatto che in molte sedi sono stati disattesi i previsti colloqui tra valutatori e valutati.
Come si è spesso osservato, inoltre, diventa veramente complicato comprendere come si possano valutare i dipendenti, sia sotto il profilo individuale che organizzativo, avendo loro assegnato generiche competenze e non precisi obiettivi di lavoro che, in quanto tali, sono attribuiti alla sola dirigenza, ed essendo assente nel Ministero qualsiasi struttura anche minima che si occupi di organizzazione del lavoro.
In conclusione, si ritiene sia giunto il momento di chiedere all’Amministrazione di affrontare questo tema orientando la valutazione in direzione degli obiettivi organizzativi e quindi, in ultima analisi, nel miglioramento dei servizi pubblici offerti dal Mef.
Occorre quindi partire da quanto previsto in tema di valutazione dal CCNL, aprendo un confronto negoziale con l’Amministrazione e protraendo, fino al termine del negoziato, la sperimentalità dell’attuale sistema di valutazione, sostenuta da un continuo monitoraggio congiunto.
Roma, 3 dicembre 2012
FP CGIL NAZ. MEF
Daniele Nola