MIT: Richiesta incontro spending review

15 Novembre 2012

 
 

Richiesta incontro spending review

Roma, 15 novembre 2012
 
Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Corrado Passera
 
Al vice Ministro
Dr. Mario Ciaccia
 
Al Capo di Gabinetto
Pres. Mario Torsello
 
Al Direttore Affari Generali
Dr. Marcello Arredi
 
All’Ufficio Relazioni sindacali
Dr.ssa Rossella Lanuti
 

Ministero Infrastrutture e Trasporti: Quo vadis?
 

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rappresenta una realtà lavorativa quanto  mai complessa ed articolata.
Nasce dalla fusione del Ministero dei trasporti  e della Navigazione con il Ministero delle Infrastrutture, unificando formalmente due realtà profondamente diverse sia dal punto di vista organizzativo che come trattamento economico.
Sono trascorsi diversi anni ed ancora oggi il Ministero non si presenta come un unicum: 8.100 dipendenti su circa 200 uffici periferici (Motorizzazione – Capitanerie di Porto e Provveditorati alle opere pubbliche) che con la loro opera garantiscono la sicurezza del sistema trasporto e nei cantieri.

         Novembre 2011 inizia la spending review e l’opera di “ridisegno” dell’amministrazione.
–   Riduzione delle piante organiche (tranne del personale delle Capitanerie di Porto) quantificata dal Dipartimento Funzione Pubblica in 594 unità
–   Riorganizzazione delle sedi periferiche
–   Implementazione tra Agenzia del demanio e funzioni dei provveditorati
–   Transito del personale e delle risorse da ANAS al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Le norme hanno ridotto profondamente l’operatività degli uffici, lasciando scoperte funzioni istituzionali e spazi di stato sociale.

I lavoratori, mai coinvolti nelle scelte organizzative, si trovano nella triste condizione di dover inseguire gli eventi cercando di mantenere la dignità del lavoro pubblico.
Consapevoli dei problemi legati alla riorganizzazione abbiamo continuamente cercato l’interlocuzione con la parte politica senza avere alcun riscontro.

  Gli interventi legislativi necessari al rilancio del Ministero devono essere volti a garantire la legalità e la trasparenza nelle attività svolte.
–   Introdurre criteri certi ed oggettivi per l’affidamento degli incarichi
–   pubblicazione degli stessi con indicazione dell’importo
–   verifiche sull’operatività delle operazioni effettuate presso le Motorizzazioni civile
–   definizioni di standard sull’intero territorio nazionale per le operazioni effettuate
–   definizione del ruolo del personale civile in capitaneria di porto con la declaratoria delle competenze di regolazione proprie delle Direzioni Generali
Abbiamo bisogno di poche regole, certe ed effettive
In tali settori non sono intervenute normative forti, utili a garantire la presenza del settore pubblico con un ruolo efficiente e trasparente.
Come Organizzazione sindacale abbiamo avanzato diverse proposte concrete tese a migliorare  l’operatività della struttura Ministeriale nella quale lavoriamo.
In tale contesto è intervenuta la norma che ha transitato l’Istituto di Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali all’interno del Ministero, creando disagi profondi sia nel personale ex Anas sia nei dipendenti MIT.
La transizione, velocemente eseguita, non ha mai visto il confronto con le Organizzazioni sindacali che attualmente vedono contrapposti dipendenti privati/pubblici nella strenua difesa della professionalità acquisita e posto del posto di lavoro minacciato dal taglio delle dotazioni organiche.
Una fusione che dovrebbe comportare un confronto ed un arricchimento di competenze, vede attualmente sospese la attività di vigilanza dell’IVCA che, è in attesa di assumere una propria fisionomia all’interno della struttura ministeriale.
Nel settore formazione così come nella gestione della telefonia e delle uscite esterne manca in modo eclatante l’imprinting dei Dipartimenti, ciò che ha consentito alle singole strutture periferiche un ambito di autonomia ampiamente discrezionale.
Non ci è stata comunicata, nel frattempo,  la riduzione delle consulenze esterne, così come non è stato definito il costo della Struttura Tecnica di Missione.

Per l’area dirigenziale si ribadisce che:
–  non sono mai state rese note le schede di gradazione degli uffici dirigenziale, così come richiesto al momento del conferimento degli incarichi;
–  si richiede una puntuale applicazione dell’art. 55, comma 2 del CCNL dirigenza, così da ridurre la forbice tra la Fascia A e la Fascia B (che deve essre collocata in modo proporzionato tra retribuzione massima e retribuzione minima, così come al Ministero Sviluppo Economico)
–  la pubblicazione degli interpelli deve seguire il dettato normativo

L’attuazione dei tagli anche al comparto dirigenti, sia di I che di II fascia (per circa 70 posti) influirà sulla futura organizzazione del Ministero, prevedendo accorpamenti sia a livello centrale che sul territorio, il che comporterà una riorganizzazione del lavoro ed un arretramento nei servizi all’utenza.

Come avverrà la riorganizzazione?
I problemi che investono il MIT sono quanto mai ampi ed articolati e, senza un confronto tra le parti difficilmente le soluzioni individuate saranno adeguate alle criticità.
L’unico tavolo di discussione è sul sistema di valutazione che, appare anacronistico nel momento in cui si lavora ad un nuovo Regolamento che modificherà radicalmente l’attuale realtà amministrativa.
Attendiamo da diverso tempo la ripresa di un confronto con il Comando Generale delle Capitanerie di porto per la definizione del ruolo e delle competenze di regolamentazione e le competenze operative.
Per quanto sopra sommariamente esposto richiediamo urgentemente un incontro con le SS.VV.
Distinti saluti
                                                            FP CGIL
                                             La Coordinatrice Nazionale MIT
                                                    Alessandra Allegrucci

 
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