La riforma sanitaria, voluta dal Presidente Barack Obama e finalmente legittimata dalla Corte Suprema, rappresenta una svolta epocale per gli Stati Uniti: per mezzo secolo si era cercato, senza successo, di riformare il sistema sanitario americano. Ora la riforma estenderà l’assistenza sanitaria a milioni di cittadini fino ad oggi esclusi, ampliando la copertura dei programmi di salute pubblica. Sappiamo bene che la riforma è frutto di un non facile compromesso e che ha incontrato fortissime resistenze. Tuttavia non c’è dubbio che oggi la sanità USA diventa più pubblica e un po’ più vicina al modello universalista europeo e italiano. Anche per questo sarebbe davvero paradossale che in Italia l’imminente spending review tagliasse la sanità pubblica a favore di quella privata. Quando invece bisogna investire nel servizio sanitario nazionale, pubblico e universale, che va certamente migliorato e riqualificato, ma che resta un modello nel mondo, grazie ai principi che la nostra Costituzione, in modo lungimirante, ha stabilito per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini.
p. CGIL nazionale
Vera Lamonica, Segretaria confederale
Stefano Cecconi, Responsabile Politiche della Salute