Per il rilancio dell’Ente previdenziale, per valorizzare il lavoro pubblico e dare servizi di qualità ai Cittadini
Il percorso legislativo che ha previsto la soppressione di Inpdap e Enpals e la loro confluenza nell’INPS, ha dettato una concatenazione tra l’approvazione dei bilanci di chiusura degli enti soppressi, i decreti di trasferimento delle risorse umane nonché strumentali e la riorganizzazione strutturale del nuovo Istituto.
Inoltre l’art. 1 del decreto mille proroghe è intervenuto successivamente in merito del tema delle posizioni soprannumerarie non trasferite inizialmente all’Inps sulla base del percorso sopradescritto, prevedendone il riassorbimento e spostando il termine per l’ulteriore riduzione degli organici, già prevista per il 31 marzo 2012, alla fine del processo di riorganizzazione.
Questo perimetro, arricchito dalla consapevolezza che i risparmi di spesa sono necessari anche per la sostenibilità del modello di welfare del nostro paese e per garantire ai cittadini la riscossione dei loro diritti sociali e del lavoro, proietta la riorganizzazione dell’Inps in uno scenario che non può prescindere da un programma di lavoro condiviso con le OO.SS.
Senza questa condizione ogni provvedimento appare illegittimo, sia perché invade competenze riservate ad altri organi, sia perché procede alla riorganizzazione strutturale dell’Ente prima che siano pubblicati i Decreti di trasferimento degli Enti soppressi.
Inoltre ogni annuncio di messa a disposizione e mobilità per eventuali lavoratori in esubero che, al momento non ci sono, collide con i dispositivi sopra richiamati, nonché con le dichiarazioni rese dallo stesso Presidente dell’Inps che in più occasioni aveva assicurato il totale assorbimento di tutti i lavoratori degli enti soppressi nell’organico Inps.
L’Inps è il pilastro pubblico dello stato sociale è come tale deve restare, non si possono, quindi accettare “modalità alternative” di erogazione della previdenza pubblica e ipotesi di realizzazione di condizioni per procedere già nell’immediato a privatizzazioni ed esternalizzazioni di funzioni che sono pubbliche e che tali debbono rimanere.
Si tratta, in sostanza, di un “progetto” che senza un governo condiviso rischia di operare pesantissimi tagli quali-quantitativi a carico dei servizi, dei cittadini e dei lavoratori, non sviluppa alcun piano di rilancio del Welfare nel Paese, e non procede ad alcuna integrazione dei servizi stessi, limitandosi ad un mediocre disegno di annessione di alcune funzioni specifiche in precedenza garantite da Inpdap e Enpals.
Poiché, a nostro giudizio, il Paese avrebbe bisogno di un’altra prospettiva per l’INPS, si deve procedere all’apertura di un urgente confronto sulla riorganizzazione del futuro ente.
In assenza di segnali concreti in questa direzione queste OO.SS. si riservano di decidere a breve adeguate ed incisive forme e modalità di lotta a partire dallo stato di agitazione di tutti i lavoratori dell’Inps, dell’Inpdap e dell’Enpals.
Roma, 15 giugno 2012
FP CGIL CISL FP UIL PA
Rossana Dettori Giovanni Faverin Benedetto Attili