Roma 25 maggio 2012
Al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Dr. Mario Catania
E, p.c. al Capo di Gabinetto
Consigliere Michele Corradino
LORO SEDI
Egregio Signor Ministro,
stiamo assistendo – da diversi giorni – allo stravolgimento di una sala riunioni e di intere parti del Ministero per la mostra che si sta organizzando su Cavour, che sarà visitata anche dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano il 28 maggio prossimo.
Da lavoratori, dopo aver vissuto in un vero e proprio cantiere, subendo i disagi dei lavori di ristrutturazione, la polvere e i rumori, giustificati dalle esigenze di risparmio, ci ribolle il sangue nel pensare: chi paga il tappeto rosso che si allunga per centinaia di metri partendo addirittura dalle scale? Non appariva di certo necessario, così come molte altre cose della mostra, che fanno sfoggio ovunque, in un momento di crisi così grave come l’attuale.
Sarebbe stata sufficiente una mostra sobria nell’allestimento ma ricca nei contenuti, che avrebbe dato correttamente il segno dei tempi e sottolineato la stimata avvedutezza degli organizzatori; così il messaggio poteva essere: “qualcosa cambia”!
Bisognerà invece dare davvero ragione a chi afferma che quando si tratta dello Stato si spende senza avere il senso dello spreco?
Ma il colmo si è raggiunto quando abbiamo appreso che al personale del ministero, per non meglio definite ragioni di sicurezza, è stato ordinato di lasciare il palazzo alle 15.30 del 28 maggio prossimo! Con quale giustificazione?
Siamo sconcertati, indignati ed offesi: scusate il disturbo!
Insomma i lavoratori di questo Ministero sono considerati un problema per la sicurezza, proprio quei lavoratori che rendono vivo ed utile il “palazzo” e proprio in un periodo nel quale i lavoratori pubblici sono oggetto delle più pesanti critiche legate alla loro produttività. E’ scandaloso che si decida un “tutti a casa” per motivazioni incomprensibili!
La presenza del Capo dello Stato in un luogo di lavoro ha un senso solo in presenza di chi quel palazzo lo vive quotidianamente, prestando il suo lavoro e la sua dedizione, che in questa occasione viene invece considerato come un inutile impaccio da sottrarre alla vista delle autorità istituzionali.
Crediamo che l’attenzione verso i temi del lavoro da parte del Capo dello Stato sia testimoniata dalla sua storia politica ed istituzionale e che la responsabilità di questo ennesimo affronto alla dignità dei lavoratori di questo Ministero vada cercata altrove.
E’ evidente, Signor Ministro, che l’amministrazione si assume con questo atto ogni responsabilità, anche in ordine ai giustificativi dell’assenza.
Cordiali saluti.
p. la FP Cgil Mipaaf
Savino Cicoria