Agenzia entrate: solidarietà ai lavoratori. Basta demagogia, alimenta guerre tra poveri -Comunicato S. Chiaramonte

04 Maggio 2012

Agenzia entrate: solidarietà ai lavoratori. Basta demagogia, alimenta guerre tra poveri – Comunicato stampa di Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil

“L’atto estremo di una persona in difficoltà non può essere strumentalizzato. Noi che rappresentiamo i lavoratori dell’Agenzia delle Entrate possiamo soltanto solidarizzare con loro per l’ennesima aggressione subita e continuare a difendere il loro lavoro e la loro dignità. Il clima è incandescente e la demagogia con cui il tema del fisco viene trattato dalla politica e dai media non fa che alimentare l’odio sociale e mettere in cattiva luce lavoratori che operano in condizioni difficili, con salari modesti e attorniati dal sospetto e dall’odio di chi è caduto nella disperazione”. Con queste parole Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil, commenta l’irruzione e il sequestro di 15 lavoratori nella sede dell’Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia (Bg) avvenuta ieri.

“Stamane – continua il sindacalista – sui giornali si leggono molte, troppe scempiaggini. Nel suo editoriale di oggi su “Il Giornale”, ad esempio, Nicola Porro sostiene avventatamente che oltre a non ben precisati funzionari furbetti, che siamo disposti a denunciare noi stessi se il solerte vicedirettore volesse segnalarceli puntualmente specificando nome, cognome e luogo di lavoro, ad appesantire la mano degli ispettori sarebbero gli aggi che, cito testualmente, ‘si fanno riconoscere (pari al 9 per cento)’. Informiamo Porro che quell’aggio non è in alcun modo riconosciuto a chi svolge funzioni ispettive per l’Agenzia delle Entrate ma ai soli esattori di Equitalia. I lavoratori dell’Agenzia vivono del loro stipendio. Quando si maneggia materiale così pericoloso sarebbe opportuno non abbandonarsi al
pressappochismo e alle chiacchiere da bar”.

“Anni di campagne denigratorie contro il lavoro pubblico hanno prodotto questo clima da guerra tra poveri, gli inni all’evasione fiscale hanno fatto il resto. Non hanno poi aiutato i provvedimenti punitivi nei confronti di chi fa attività ispettiva, assunti da Tremonti per
limitare i cosiddetti ‘atteggiamenti vessatori’ – conclude Chiaramonte – blateranti farneticazioni che hanno legittimato i furbi, quelli veri che non pagano le tasse”.

Roma, 4 maggio 2012

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