Stando al Piano dei Fabbisogni trasmesso alle organizzazioni sindacali, INPS si prepara finalmente a costruire la Quarta Area, prevedendo circa 100 unità da arruolare tra le Elevate Professionalità del nuovo ordinamento.
Si tratta di un’innovazione disposta dal CCNL 2019-2021, l’ultimo da noi sottoscritto e l’ultimo ad aver introdotto modifiche migliorative sia sotto il profilo economico che sotto il profilo normativo per le lavoratrici e i lavoratori del comparto.
La decisione di strutturare la Quarta Area all’interno di INPS è un nostro cavallo di battaglia, che ciclicamente riproponiamo da tre anni a questa parte per almeno due ragioni diverse.
Avvertiamo la necessità di superare il tetto posto ai percorsi di crescita delle colleghe e dei colleghi. Prima esistevano le figure apicali, oggi ci sono i differenziali, ma non possiamo vivere in una realtà in cui l’assunzione delle responsabilità non viene valorizzata a livello economico. Si crea un clima deprimente, se le possibilità di crescita sono pari a zero.
La costituzione di un’area con compiti gestionali non insisterà a livello economico sul fondo risorse decentrate, sperando si possa interrompere il riflesso condizionato che ha portato finora l’Amministrazione a costituire una miriade di PO, puntualmente pagate dalle lavoratrici e dai lavoratori dell’Ente anche quando non necessarie.
Ora, in base ai vincoli normativi, dei 100 posti preventivati la metà saranno appannaggio di vincitori di concorso.
L’istituto dovrà quindi bandire una procedura concorsuale pubblica e al tempo stesso dovrà definire – sul piano interno – le dinamiche per individuare i profili che popoleranno l’Area, riconoscendo competenze e professionalità ritenute strategiche per l’ente.
Qui mettiamo un paletto: come abbiamo più volte chiarito esistono, in INPS, dei funzionari che hanno assolto attribuzioni para-dirigenziali, guidando agenzie complesse pesanti sia in relazione alla vastità del territorio servito, sia per numero di risorse coordinate. Al netto di queste figure, però, l’accesso alla Quarta Area riteniamo debba consentire a tutti la possibilità di misurarsi.
La FP CGIL richiede, in tal senso, che sia calibrato il contributo dato da chi ha già assunto incarichi organizzativi, pesando sulla scala dei punteggi i diversi ruoli svolti. Va però valorizzata, parimenti, anche una procedura selettiva, che possa determinare un’apertura non fittizia nelle possibilità di accesso.
Chiariamoci: se l’area delle Elevate Professionalità diventa una riserva indiana appannaggio di pochi, se si trasforma in un’appendice centralistica in cui l’ingresso è riservato per cooptazione, il rischio serio è che la sfida sia mancata due volte: non soltanto non si premierà il merito, parola molto in voga e quasi mai applicata; si continuerà ad alimentare il modello della discrezionalità quale unico metro di giudizio nei percorsi professionali.
Una scelta che non solo non possiamo condividere, ma che censuriamo fin da subito e nettamente, ritenendo, forse in beata solitudine, che scommettere su chi lavora vuol dire mettere ogni risorsa nelle condizioni di crescere.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo