FP CGIL, Riorganizzazione Giustizia Tributaria: razionalizzare senza mortificare le professionalità e ridurre i servizi

05 Febbraio 2025

Apprendiamo dai giornali che il MEF riorganizzerà l’articolazione territoriale delle Corti di Giustizia Tributaria con la chiusura di circa il 50 per cento delle 103 sedi oggi esistenti per accorparle alle sedi dei comuni capoluogo di regione.

La notizia crea naturalmente apprensione e preoccupazione nelle lavoratrici e nei lavoratori e chiediamo al vertice del Dipartimento Finanze di convocare con urgenza un incontro con le organizzazioni sindacali al fine di illustrare le reali volontà dell’amministrazione e gli aspetti relativi al personale interessato dalla riorganizzazione.

Intanto chiariamo che pur essendo condivisibile un piano di razionalizzazione che da tempo anche noi chiediamo, questo non dovrà determinare condizioni insostenibili e mortificanti della professionalità del personale.

Per questo affermiamo la necessità di non eliminare i presidi territoriali della giustizia tributaria che oltre a creare pesante disagio e nocumento ai lavoratori nuoce gravemente a cittadini e imprese dei territori.

Le soluzioni ci sono, basta volerle vedere. Per questo chiediamo che rimangano attive le Commissioni di Giustizia Tributaria in ciascuna provincia eventualmente collocandole all’interno delle Ragionerie Territoriali dello Stato confermando però la dipendenza funzionale e organizzativa al Dipartimento Finanze del personale e il relativo trattamento giuridico ed economico.

Inoltre, va finalmente esteso l’utilizzo delle forme di lavoro a distanza (sia in modalità agile sia da remoto, telelavoro e coworking), che è ormai utilizzabile per ogni attività delle Commissioni comprese le udienze grazie all’introduzione del processo telematico ormai consolidato dopo la pandemia.

Solo se la riorganizzazione annunciata darà al contempo risposte di razionalizzazione e prospettive di rafforzamento anziché di mortificazione e riduzione della professionalità e dei servizi potrà trovare il giusto consenso dei lavoratori interessati.

Il Coordinatore nazionale MEF
Andrea Mosca

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