Al Dott. Massimiliano Fedriga Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
Dott. Marco Alparone
Presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità
Dott. Massimo Fabi
Assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna
E p.c. al On. Orazio Schillaci Ministro della Salute
Dott. Marco Mattei
Capo di Gabinetto del Ministero della Salute
Egregio Presidente,
siamo ad esprimerLe la nostra sincera preoccupazione per lo stato di stasi in cui versano le trattative con le associazioni datoriali Aiop e Aris in merito all’apertura dei tavoli di trattativa per la stipula di un Contratto Unico di Settore per le RSA, che le lavoratrici e i lavoratori attendono ormai da tredici anni, nonché il rinnovo del CCNL della Sanità Privata per il personale dipendente che ad oggi ha un contratto scaduto oramai da oltre 6 anni. Purtroppo, entrambe le associazioni rifiutano di partecipare al tavolo di negoziazione senza l’impegno di Governo e Regioni a coprire interamente i costi degli aumenti contrattuali; pretesa inaccettabile e irricevibile, a nostro giudizio.
Aris e Aiop non hanno voluto aprire la trattativa per i due CCNL neanche a seguito della riunione avvenuta il 27 gennaio u.s e convocata dal Ministero della salute alla presenza del Ministro della salute, on. Orazio Schillaci, del Capo di Gabinetto del Ministero della Salute, dott. Marco Mattei, del Presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità e vicepresidente della Regione Lombardia, dott. Marco Alparone, e dell’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, dott. Massimo Fabi. Per questo motivo abbiamo svolto il presidio di protesta del 31 gennaio u.s. sotto il Ministero della Salute e fatta ripartire la mobilitazione per chiedere che tutte le istituzioni
si facciano parte attiva in questa vicenda. Anche la protesta riprenderà in modo capillare in tutti i territori e, nello specifico, sotto le sedi di ogni Regione oltre che presso le sedi di Aiop e Aris. Facendo seguito alle istanze sollevate nella giornata di sciopero nazionale del 23 settembre u.s., rimaste inascoltate, la nostra azione proseguirà fintantoché la parte datoriale resterà trincerata dietro una posizione indifendibile e discriminatoria nei confronti del restante mondo dell’imprenditorialità privata, che rinnova i contratti di settore senza appositi finanziamenti pubblici.
Alla luce di quanto detto, Le chiediamo un incontro formale alla presenza del Ministero della salute, che legge per conoscenza, al fine di individuare soluzioni non più rimandabili che consentano di tutelare concretamente la professionalità dei dipendenti che lavorano in queste strutture, prevedendo che tra i requisiti per la concessione dell’accreditamento regionale vi sia:
l’obbligo di applicare i CCNL in vigenza ed in linea con le retribuzioni previste per i dipendenti della sanità pubblica che svolgono lo stesso lavoro;
l’obbligo di rinnovare i medesimi entro la data di scadenza, al fine di conservare il finanziamento pubblico;
In questo modo garantiremmo una giusta valorizzazione al personale che, pur inquadrato nel sistema privato, garantisce al cittadino assistenza pubblica e cure essenziali. Inoltre, eviteremmo il fenomeno della fuga dei professionisti ma soprattutto meteremmo fine definitivamente al dumping contrattuale messo in atto da alcuni imprenditori. Negli ultimi anni, abbiamo assistito ad una vera e propria ricerca di contratti al ribasso, volta al peggioramento di tutti gli istituti normativo/economici, e la conseguenza diretta è la perdita delle migliori professionalità, il depauperamento della qualità dei servizi e il mancato rispetto dei requisiti organizzativi, a cominciare dalla carenza di dotazioni organiche, a danno dei cittadini e, principalmente, della popolazione più fragile a cui sono diretti i servizi assistenziali.
Certi dell’attenzione che le SS.VV. vorranno riservare al tema in questione e in attesa di un urgente riscontro, si ritiene necessario segnalare che le scriventi ritengono ormai irrimandabile affrontare la questione trattata, chiarendo una volta per tutte che le parti che svolgono impresa in questo delicato settore devono rispettare regole e requisiti, tenendo a riferimento che il costo del lavoro come previsto dai contratti proliferati negli ultimi anni, in rapporto ai livelli delle tariffe e ai drg fissati, sta procurando elevati margini di guadagno che, a nostro avviso, possono qualificarsi come danno erariale facendo margine su risorse pubbliche e sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori. Rimaniamo in attesa di un riscontro
Distinti saluti
FP CGIL |
CISL FP |
UIL FPL |
Barbara Francavilla |
Roberto Chierchia |
Ciro Chietti |