INPS – Il confronto tra FP CGIL e Presidenza

29 Gennaio 2025

Nel pomeriggio di ieri, la FP CGIL ha incontrato il presidente dell’INPS per un colloquio sullo stato dell’arte dell’Ente. Diversi i temi che abbiamo voluto sottoporre all’attenzione di Gabriele Fava, gli stessi che da tempo ribadiamo in ogni consesso, anche con la tecnostruttura.

  • Le carenze d’organico minacciano la funzionalità dell’Istituto. Non è più sufficiente dire “servono assunzioni”, perché a fronte di quattromila ingressi nel 2023 la situazione critica in alcune realtà evidenzia un’inefficiente allocazione. Abbiamo chiesto, pertanto, non soltanto uno sforzo sotto il profilo assunzionale (con tutto ciò che comporta, anche in termini di supporto con autentiche politiche abitative), ma la condivisione di una preventiva mappatura delle carenze d’organico sede per sede, agenzia per agenzia.

  • L’impoverimento progressivo di chi opera al servizio dell’Istituto è evidente. Per il comparto: malgrado gli sforzi profusi sul fronte dei differenziali stipendiali, il costo della vita schiaccia ormai il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori INPS, che non beneficeranno neanche di un contratto collettivo in grado di equilibrare questa grave situazione. Ciò che chiediamo, insistentemente da anni e su tutti i tavoli senza eccezioni, è il superamento del tetto imposto al fondo dal d.lgs. 75/2017, per dare la giusta centralità a chi dedica anima e corpo al servizio della collettività. Nell’attesa, una deroga che dia una boccata d’ossigeno appare dovuta a fronte degli sforzi di cui l’Istituto si è fatto carico dal 2020 a oggi. Parimenti va certificato un contratto che sana degli elementi di iniquità ormai evidenti (il riconoscimento del TEP agli assunti dell’ultima tornata o la maggiorazione per i titolari di PO). Per le Aree: fermo restando il problema del Fondo, condiviso, la situazione dei medici ha superato la soglia della accettabilità. Abbiamo reiterato la richiesta di una indennità di esclusività e di una regolamentazione dell’intramoenia, senza considerare la necessaria stabilizzazione dei medici in comando che tarda ad arrivare. Anche sui professionisti si registrano delle fragilità in riferimento all’andamento della retribuzione di risultato. C’è, quindi, un impoverimento collettivo che non è più possibile ignorare.

  • Sulle posizioni organizzative, e più in generale sui percorsi di carriera, abbiamo chiesto maggiore trasparenza, eliminando le zone d’opacità che minano la linearità dei processi di selezione e di crescita professionale. L’attribuzione di un punteggio inopinabilmente alto ai colloqui non dà, in tal senso, sufficienti garanzie: il sistema va ripensato.

  • Abbiamo sottolineato, poi, le discrasie e le iniquità del Sistema di misurazione della performance individuale, tanto nel comparto (dove l’obiettivo di gruppo è ormai il fanalino di coda del sistema, malgrado le peculiarità del lavoro in INPS), quanto nelle Aree, dove la cifra della discrezionalità resta prevalente. Servono criteri e parametri oggettivi che tengano in considerazione gli sforzi condivisi per il raggiungimento di quei risultati che INPS stesso rivendica in ogni assise.

Registrata la disponibilità della Presidenza, attendiamo adesso risposte, riservandoci una valutazione complessiva sullo stato delle relazioni sindacali nel prossimo futuro.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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