Nella giornata di oggi è stata definita l’ipotesi di contratto integrativo 2024 per il personale dirigente. La FP CGIL ha deciso di non sottoscrivere l’intesa, raggiunta dopo appena due incontri di carattere sindacale.
Come evidenziato nella riunione di lunedì scorso, l’impianto contrattuale incide profondamente su alcuni istituti negoziali ad anno terminato, creando così una serie di evidenti criticità.
Nel 2024 si era teso a riallineare il ciclo della negoziazione all’anno corrente, proprio per intervenire sul presente e introdurre elementi di innovazione. A gennaio 2025 ci siamo invece ritrovati nella stessa situazione dell’anno passato, eccezion fatta per la volontà della controparte di modificare – a ritroso nel tempo – situazioni date o quantomeno attese. Una scelta che non potevamo avallare.
Tre gli elementi che hanno attirato le nostre perplessità, e che hanno determinato la nostra opposizione al CCNI, evidenziamo:
l’art. 3 c.1 stabilisce una riduzione delle risorse per il finanziamento della mobilità territoriale. Rispetto al precedente integrativo si passa dal 5% al 4%. Tale decremento, quando fu ventilata l’ipotesi, era legato all’adozione degli atti necessari al riconoscimento dell’indennità di prima sistemazione. Atti che non sono mai stati esitati, a dispetto dell’impegno dell’Amministrazione a procedere celermente. Pur prendendo atto della volontà della controparte di chiudere questo capitolo, come organizzazione non riteniamo congruo un impegno contrattuale legato ancora una volta a una promessa futura. Il credito va riconquistato sul campo.
Per il calcolo della retribuzione di risultato, il CCNI propone una sensibile revisione dei coefficienti. Tale revisione, intervenendo ex post, corre il rischio di tradursi in un’attribuzione ad personam, in antitesi alla nostra volontà di definire percorsi chiari. Nel merito registriamo un apprezzamento a 160 delle sedi di Complessità organizzativo-ambientale 2 e – in una sorta di inspiegabile bilanciamento politico centro/territorio – un analogo riconoscimento agli uffici centrali (Segreteria del Collegio dei Sindaci, quella del Magistrato della Corte dei Conti, Struttura tecnica permanente per la misurazione della performance di supporto all’OIV). Alla Segreteria del CIV, infine, è attribuito il coefficiente 170.
Non appare chiaro quale sia il criterio di fondo di questa definizione dei parametri: se la volontà era di dare valore agli equilibri della governance, il CIV è sottostimato; viceversa se la volontà era quella di pesare le attribuzioni, e quindi il coordinamento di altre posizioni dirigenziali, l’impianto appare contraddittorio.
Sugli interim, infine, pur comprendendo le ragioni di una rimodulazione del trattamento economico, riteniamo ancora non sia superato uno scoglio concettuale: quello che definisce l’attribuzione dell’incarico come una situazione eccezionale, d’emergenza, dunque circoscritta nel tempo. Si adotta, invece, l’interim in maniera sistemica, ma a fronte di una retribuzione semestrale. Quegli incarichi vanno “liberati”: è onere dell’Amministrazione evitare l’insorgere di situazioni critiche.
Per questo insieme di ragioni abbiamo respinto al mittente il compromesso raggiunto. Confidiamo, adesso, in una celera apertura dei negoziati per il CCNI 2025. L’ennesimo intervento tardivo renderebbe inaccettabile qualsiasi compromesso futuro.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo