La stagione negoziale del 2024 è tutt’altro che conclusa: se il comparto rimane in stand-by, medici, dirigenti e professionisti hanno appena iniziato le trattative, con l’apertura del confronto tenutasi il 20 gennaio sulla scorta delle bozze trasmesse dall’Amministrazione.
Medici
La prima ipotesi contrattuale trasmessa dalla controparte è per noi irricevibile. Se il fondo della retribuzione accessoria, com’era nelle previsioni, è calato sensibilmente, l’ultima legge di bilancio ha visto qualche stanziamento per lavoratrici e lavoratori che operano nel pubblico con qualifiche analoghe. Non così per i medici dell’INPS, figli di un Dio minore, completamente abbandonati dall’Amministrazione.
Oltre il danno, la beffa. Abbiamo riproposto la regolamentazione dell’attività intramoenia e l’attivazione dell’indennità di esclusività. L’Amministrazione non vuole intrecciare questioni extra-contrattuali alle sorti del CCNI.
Ora, poiché da anni va avanti questo balletto, abbiamo chiesto alla Delegazione trattante di parte datoriale se c’è la volontà di attivare un tavolo separato ed entro quando. Un ulteriore rinvio è una risposta inaccettabile da parte di un Istituto che aumenta i carichi lavorativi (leggi Riforma Disabilità) e se ne infischia del trattamento economico di chi opera sul campo. Se non c’è il rispetto tra le parti, i contratti non possono essere siglati.
Nel merito dell’impianto proposto, poi, abbiamo rappresentato la nostra netta contrarietà alla variazione dei coefficienti di ripartizione delle risorse economiche. In una fase così delicata, mentre il fondo langue, non riteniamo condivisibile la scelta di portare a 130 il coefficiente per i responsabili UOC pagato dai medici di I° livello. Purtroppo su questo argomento siamo stati l’unica sigla sindacale ad esprimere un veto, tra dichiarazioni di prudenza e aperture possibiliste.
Per ciò che riguarda l’art. 7, poi, manca tutta la parte relativa ai valutatori; all’art. 9 è stato inserito impropriamente un argomento (le ore di aggiornamento professionale) che nulla ha in comune con il lavoro straordinario.
Dirigenti
Per quanto concerne l’integrativo della dirigenza, l’Amministrazione ha presentato al tavolo una proposta che vede una riduzione del Fondo per il trattamento accessorio, passato da 62.3 milioni del 2023 a 57.8 milioni per il 2024. Tale riduzione è legata al minor numero di dirigenti registrati in Istituto.
Nel nostro intervento abbiamo sottolineato alcuni aspetti:
quanto al metodo, lo sforzo compiuto l’anno scorso doveva servire ad ancorare i contratti integrativi all’anno corrente, anche per non svilire la funzione della negoziazione intervenendo ex post. Auspicio vano;
quanto al merito, l’art. 3 del CCNI ridimensiona dal 5 al 4% l’importo stanziato per il finanziamento della mobilità territoriale dei dirigenti. Tale ridimensionamento, di cui abbiamo chiesto conto all’Amministrazione, si legherebbe alla volontà di adottare in tempi stretti gli atti prodromici all’applicazione della indennità di prima sistemazione, come da ultimo reintrodotta. Benché non ci sia ancora una formalizzazione in tal senso, l’Amministrazione propone intanto una disposizione contrattuale in questa direzione. Una scelta che non possiamo condividere. Sollecitiamo con l’occasione l’urgente adozione dell’atto di individuazione degli incarichi dirigenziali relativi a direzione di particolari sedi incentivate, da individuare con apposito provvedimento del Direttore generale.
Per il calcolo della retribuzione di risultato, il CCNI propone una revisione dei coefficienti graduati in relazione alle funzioni svolte, con un apprezzamento a 160 delle sedi di Complessità organizzativo-ambientale 2. Tale revisione – rectius, qualunque revisione dei coefficienti di risultato – in linea con la nostra posizione sul tema, non può essere adottata ad anno concluso, traducendosi altrimenti in una sostanziale attribuzione ad personam. E ritorna la esigenza di riportare la contrattazione integrativa ai suoi corretti tempi di gestione.
Abbiamo chiesto di inserire ogni ipotesi di variazione dei coefficienti della retribuzione di risultato nel CCNI 2025, preservando il quadro vigente per una rapida definizione della trattativa.
Sul medesimo punto permane, inoltre, l’incomprensibile distinzione tra organi, ai limiti del grottesco, con una valutazione fissa a 160 per il responsabile della Segreteria del CIV e l’ancoraggio al 180 per il responsabile della Segreteria del Direttore Generale. L’Amministrazione, anziché risolvere un’evidente contraddizione, ha anticipato una nuova proposta con cui si dovrebbe puntare a riconoscere il 160 anche al Responsabile Segreteria del Collegio dei Sindaci, Responsabile Segreteria del Magistrato della Corte dei Conti e al Responsabile della Struttura tecnica permanente per la misurazione della performance di supporto all’OIV. Di più: il 160 dovrebbe essere riconosciuto ancora ai vicari dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari e della Responsabilità Amministrativa, della Segreteria del DG e dell’Ufficio Ispettorato. Aspettiamo la documentazione ma è evidente che un simile impianto genera in noi una profonda perplessità.
Professionisti
Interlocutorio, infine, l’incontro per i professionisti. In particolare, quanto alla disposizione sulle maggiorazioni della retribuzione di risultato, avevamo auspicato la determinazione di parametri oggettivi che consentissero di individuare anno per anno, per tutte le famiglie professionali, quelle situazioni di particolare disagio lavorativo che meritassero di essere compensate con tale maggiorazione; ciò, in attesa della promessa revisione del sistema di valutazione della performance dei professionisti e della introduzione di indici attendibili per la ponderazione dei carichi di lavoro.
Il risultato non è stato raggiunto in modo omogeneo per tutte le famiglie professionali, residuando ancora forti elementi di discrezionalità nell’attribuzione di tali maggiorazioni per talune categorie di professionisti, con una conseguente ingiustificata erosione del Fondo.
Quanto invece alla disciplina della indennità di mobilità, sempre con la finalità di perseguire il contemperamento delle esigenze dei colleghi per i quali si verifichi un trasferimento di sede con quelle degli altri colleghi ad evitare un eccessivo depauperamento del Fondo, non abbiamo condiviso la proposta di accorpamento delle fase chilometriche. Andrebbe posto un tetto massimo all’ammontare annuo, differenziato anch’esso in base alle distanze chilometriche, e diminuite le risorse per tale indennità, dal 4 al 3% del fondo per la retribuzione di risultato, in parallelo a quanto già previsto dal CCNI per l’Area Medica.
Abbiamo chiesto, infine, l’aumento della indennità di funzione per tutti i professionisti, in considerazione dell’aggravio sempre crescente degli oneri che fanno carico su tali categorie.
L’Amministrazione ha riconvocato il tavolo per lunedì prossimo, riservando le sue valutazioni.
FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Francesco Reali
Giuseppe Cipriani