Qualche anno fa, un comico torinese – Beppe Braida – dal palcoscenico di una nota trasmissione televisiva ironizzava sulla rappresentazione della realtà operata dai mass media. Interpretando uno stesso fatto alla luce dei registri utilizzati dai diversi telegiornali, Braida ne esasperava le letture. Un gelato che macchiava appena il vestito di un politico veniva presentato dallo zelante conduttore con tono apocalittico: “Attentato! Si tratta di attentato!“.
Chissà come Braida avrebbe rappresentato la surreale discussione che in INPS ha investito le agenzie complesse. Un impianto di mappatura delle sedi RSU è diventata l’occasione per annunciare disastri, con improvvisati capipopolo che stanno provando a ritagliarsi un ruolo alla Indiana Jones per lucrare qualche voto: “vogliono chiudere i presidi territoriali! Stanno cancellando il diritto di voto di 1.900 colleghi! Non ci saranno più Rls!” e giù altre amenità.
La realtà è ovviamente diversa: come abbiamo evidenziato altre volte, la scelta di andare alle elezioni nella Settimana Santa renderà difficoltoso il processo elettorale.
Per ovviare qualunque criticità, è stato sottoscritto un protocollo che riconosce le RSU a livello di Direzione Provinciale/Filiale Metropolitana – seguendo il mantra “un dirigente, una rappresentanza” – ed evitando così una distinzione che ha penalizzato, in alcuni casi, proprio i delegati sindacali delle agenzie complesse.
Nel testo, come da nostra richiesta, viene peraltro ribadito l’impegno che ogni commissione è chiamata ad assolvere: quello di costituire seggi permanenti, o in subordine volanti, nelle realtà territorialmente distanti. È evidente come questa disposizione serva proprio a garantire il coinvolgimento più ampio possibile dell’elettorato.
Come FP CGIL, in forza della nostra presenza capillare, ci impegneremo a garantire che non ci siano più distinzioni tra chi sta “alle porte dell’Impero” e chi invece si confronta a tu per tu con il dirigente territoriale, dando pari centralità alle rappresentanze di tutte le articolazioni dell’Istituto.
Le sedi devono essere difese sempre, non solo per ragioni strumentali. Perché i soliti noti non parlano di carenze d’organico nelle agenzie, dove si fa fatica perfino a programmare un piano ferie? Perché non affrontano il tema dell’accesso allo smart working quando il presidio con l’utenza è costante?
Qualcuno ha gonfiato il petto solo per la mappatura elettorale, pretendendo un appoggio esterno: prima quello dei Comitati, inusitatamente chiamati in campo; poi quello dell’Amministrazione, dipinta come Ponzio Pilato. Adesso è partita la fase due: la campagna di mistificazione.
Ci chiediamo quali mirabolanti risultati si potrebbero raggiungere se la stessa veemenza fosse usata per difendere le lavoratrici e i lavoratori da un sistema di valutazione discrezionale (ci torneremo nei prossimi giorni) o per una maggiore trasparenza sulle posizioni organizzative.
Purtroppo non avremo mai la controprova.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo