“Non possiamo rimanere in silenzio di fronte ad un intervento che si proclama come un riconoscimento degli specializzandi, ma che è in realtà un’offesa che vogliamo rimandare al mittente. 397 euro non possono essere considerati una proposta neanche parzialmente accettabile. È un’elemosina, sintomo di disinteresse istituzionale e di politiche miopi che sviliscono il valore reale di chi ogni giorno, con sacrificio e dedizione, garantisce il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale e il diritto universale alla salute”. Lo dichiara la Funzione Pubblica Cgil dei Dirigenti Sanitari in riferimento all’emendamento alla Legge di Bilancio presentato da Fratelli d’Italia e approvato nella notte.
“Gli specializzandi d’area sanitaria non sono stagisti o apprendisti. Sono professionisti formati, che partecipano attivamente alla gestione clinica e diagnostica, spesso assumendo responsabilità paragonabili a quelle degli strutturati. Le risorse economiche ci sono e i risparmi generati dai contratti di formazione specialistica non assegnati, stimati in decine di milioni di euro, ne sono la prova. Non reinvestire queste risorse per garantire un trattamento retributivo equo agli specializzandi di tutta l’area sanitaria significa tradire il mandato istituzionale di promuovere equità e giustizia sociale. La Legge parla chiaro: ogni professionista in formazione specialistica ha diritto a un trattamento proporzionato alle proprie competenze e responsabilità. Ignorare la normativa non è solo un errore amministrativo, ma una scelta politica che colpisce una delle categorie più vulnerabili e sottovalutate del nostro sistema sanitario – afferma il sindacato e prosegue -. A rendere ancora più complesso il quadro, emergono proposte di modifica delle norme sui requisiti per accedere alla dirigenza sanitaria che mettono in discussione il valore della specializzazione come strumento di garanzia della professionalità e della qualità dei servizi. Una deregolamentazione che allontana i criteri di merito e competenza non può essere la risposta ai problemi strutturali del sistema.
Questo è un momento cruciale in cui le istituzioni hanno l’opportunità di dimostrare se davvero vogliono investire nel futuro della sanità pubblica o se intendono perpetuare un sistema che premia pochi e ignora il lavoro silenzioso ma fondamentale degli specializzandi. Gli specializzandi meritano molto più di un riconoscimento simbolico. Meritano una retribuzione che rifletta il loro ruolo centrale nella sanità pubblica e che sia in linea con il valore del loro lavoro.Chiediamo l’apertura immediata di un confronto con le istituzioni che si spinge ben oltre le rivendicazioni economiche: riguarda il modello di sanità pubblica che vogliamo costruire. Ora più che mai, è necessario un impegno concreto per costruire un sistema sanitario che sia all’altezza delle sfide del presente e del futuro”, conclude la Fp Cgil.