Il 6 novembre scorso alcune sigle sindacali hanno firmato la preintesa sul CCNL 2022/24, con una maggioranza del 53% circa. Questa scelta ha letteralmente spezzato in due il fronte sindacale, indebolendo radicalmente tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, a prescindere dal contenuto, a nostro avviso povero, del nuovo contratto nazionale.
Il 16 dicembre prossimo, alle 15.30, è convocata un’assemblea in diretta Facebook per spiegare le ragioni di un referendum rivolto a tutti i lavoratori del Comparto delle Funzioni Centrali.
Dalla fine dell’assemblea, e fino al 21 dicembre, sarà possibile votare grazie a una piattaforma online (seguiranno istruzioni), per chiedere ai sindacati non firmatari (CGIL, UIL, USB) di firmare o meno il nuovo CCNL.
UN SOLO QUESITO: VUOI CHE IL NUOVO CCNL SIA FIRMATO?
Il referendum è rivolto a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, indistintamente, che siano tesserati con i sindacati firmatari, che siano tesserati con quelli non firmatari o che non siano iscritti a nessun sindacato.
È un’occasione eccezionale e va sfruttata pienamente. In un modo estremamente semplice, ogni singolo lavoratore potrà votare e, quindi, intervenire direttamente sul percorso che i sindacati non firmatari dovranno scegliere rispetto al CCNL 2022/24.
Ovviamente CGIL, UIL e USB sperano di ottenere una conferma da tutte le lavoratrici e da tutti i lavoratori rispetto alla decisione di non firmare, quindi invitano a dire NO!
Le principali ragioni per il NO:
● Con questo rinnovo contrattuale, non ci saranno aumenti sufficienti a compensare l’inflazione registrata nello stesso triennio pari a oltre il 16%, determinando una perdita secca del 10% delle proprie retribuzioni reali. Questa perdita non consente a chi realmente fa funzionare il Paese, i lavoratori, di fronteggiare l’aumento del costo della vita.
● Questo CCNL introduce regressioni gravi nel lavoro agile, trasformandolo in un surrogato senza garanzie del lavoro da remoto, introducendo il buono pasto, è vero, ma ampliando la fascia di contattabilità e senza il riconoscimento degli straordinari. Il risultato è che la conquista ottenuta col precedente CCNL sul lavoro a distanza, in tutte le sue forme, viene totalmente vanificata.
● Questo CCNL introduce la settimana corta a parità di ore lavorative settimanali e ne consegue che, l’orario di lavoro è più lungo, si perdono giorni di ferie e buoni pasto.
● Non esisteva una sola ragione valida per firmare con tanta fretta, soprattutto a ridosso della definizione della legge di stabilità, se non quella di fare il proprio gioco, quello del Governo e NON QUELLO DEI LAVORATORI
F.to F.to F.to
FP-CGIL UIL-PA USB-PI
Billi Conti Del Villano