Qualcuno pensa che le lavoratrici e i lavoratori di questo ente abbiano l’anello al naso e una scarsa capacità di comprensione.
Lo sanno bene i neoassunti, che se alla vigilia del concorso vedevano i propri nomi sbattuti nelle chat Telegram, subito dopo sono stati catturati dalle sirene di una promessa mobilità repentina. Com’è andata poi?
Hanno accettato sacrifici personali, spostamenti, e adesso stanno per celebrare il secondo Natale in INPS, ovviamente nella sede di originaria destinazione. Spiace sia stata questa la vergognosa accoglienza.
Nel frattempo, col passare del tempo, è mutata la promessa: il nuovo oggetto del desiderio venduto dai padroni del vapore sono stati gli interpelli verso la Direzione generale. E qui viene ancora una volta da chiedersi dove finiscono le sedicenti organizzazioni sindacali e dove comincia l’Amministrazione, se questa non ritiene mai di dover battere un colpo (peraltro pagando anche il dazio alla propaganda altrui).
Chi in INPS c’è da più tempo sta invece sentendo un’altra sinfonia, quella del “miglior contratto possibile”, lo stesso che ci impedisce perfino di recuperare l’inflazione maturata nel triennio: fatto mai accaduto in passato. Come le ciliegie, una bugia tira l’altra: “ci sono più risorse, ci siederemo subito a contrattare il nuovo impianto”. Ma le bollette, intanto, chi le paga?
Sono spartiti diversi, diretti con lo stesso stile, quello di chi rilancia per creare confusione.
Il nuovo fronte sono i benefici assistenziali: si contesta il mancato aggiornamento del bilancio preventivo, che avrebbe forse permesso l’aumento di appena uno o due punti percentuali sui capitoli di spesa, ma si omette di dire che il problema reale è l’insufficienza di risorse. Contro il quale non si è mosso un dito, anzi: si è allargato il perimetro delle voci di spesa, ma mica sono stati discussi gli stanziamenti.
Il Governo programma il nostro impoverimento e c’è chi applaude!
Ma allora con chi ce l’ha, esattamente, la sedicente organizzazione? Anche solo per capire contro chi sta lanciando gli strali, altrimenti viene il sospetto: non è che in INPS si fa la voce grossa e fuori dall’ingresso di via Ciro il Grande si torna ad accettare ogni elemosina ministeriale?
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo