MEF: RSU 2012 – Il punto della situazione

29 Febbraio 2012

 
 

RSU 2012 – Il punto della situazione

 
A novembre 2007, si sono svolte le precedenti elezioni RSU.
Con grandi difficoltà e ritardi, finalmente procediamo al loro rinnovo, da noi fortemente voluto.
Da quella data si sono alternati tre diversi Governi: da allora sono cambiati i lineamenti del lavoro dipendente e per quanto ci riguarda sono stati alterati gli elementi fondamentali del pubblico impiego. Si sono stravolti contratti, valori e conquiste sul lavoro che ritenevamo definitivi.
Che cosa è successo nel nostro Paese lo abbiamo appreso giorno per giorno.
 
In queste ultime settimane, ascoltando le lavoratrici ed i lavoratori del Mef nelle assemblee per il rinnovo delle RSU, abbiamo avuto modo di fare assieme il punto della situazione:
da giugno del 2008, dai tempi del decreto 112 (la prima “Brunetta”) ci siamo visti decurtare il salario accessorio, ci siamo visti cambiare il sistema di calcolo dell’incremento del costo della vita. Con l’arrivo del decreto 78 (Tremonti) ci siamo visti bloccare i rinnovi dei contratti collettivi e integrativi, le progressioni di carriera, cambiare le regole del sistema pensionistico: tutto arricchito dalle invettive contro i fannulloni pubblici.
 
Sappiamo bene che non in tutte le Amministrazioni il ruolo di compressione dei diritti dei lavoratori è stato interpretato allo stesso modo: al MEF, grazie ad un accordo faticosamente cercato da noi, abbiamo portato a casa le progressioni di carriera interne alle aree e recentemente un organico complessivo che ci lascia qualche margine di tranquillità, avendo sanato il sovra dimensionamento della forza sull’organico teorico nell’area 2°.
 
Ma, per altri versi, abbiamo subito la legge 150 che ha statuito, non con la nostra adesione, ma con l’opposizione che abbiamo messo in campo con scioperi e manifestazioni cui hanno aderito lavoratori, pensionati, giovani precari e disoccupati, l’espropriazione del diritto alla contrattazione sui posti di lavoro, privandoci, in primo luogo, del diritto a discutere dell’organizzazione del lavoro.
 
Abbiamo via via assistito, dopo la creazione del ruolo unico del Mef (DPR 43), agli atti unilaterali dell’Amministrazione con i quali sono state soppresse le direzioni territoriali dell’Economia, avviando contemporaneamente l’esodo volontario di oltre 1300 lavoratori di questo settore verso i  Monopoli di Stato.
Tutte le funzioni e competenze delle ex DTEF sono state aggiunte ed affastellate nelle ragionerie territoriali, divenute vere e proprie sedi uniche del Ministero. 
 
Stesso procedimento è stato usato nelle commissioni tributarie del Dipartimento delle Finanze, dove a problemi irrisolti nel tempo (vedi la questione del cosiddetto “cancelleriato”, funzione distribuita su due aree diverse) si sono sovrapposte le problematiche derivanti dal cosiddetto contributo unificato e più complessivamente dall’aumento dei carichi di lavoro.

L’organizzazione del lavoro è nelle mani dell’Amministrazione.
L’Amministrazione ad un anno dalla chiusura delle DTEF e ad oltre sei mesi dall’istituzione del contributo unificato ha taciuto.
Se l’Amministrazione ritiene tutto ciò normale, noi e ancora di più i lavoratori impegnati nel servizio pubblico ritengono questa condizione intollerabile.
La costruzione di organici di sede adeguati ai carichi di lavoro, l’attribuzione alle sedi e ai singoli di un equilibrato programma di lavoro annuale, un sostegno formativo alle diverse esigenze dei singoli uffici, un’attenzione, almeno pari a quella che i lavoratori Mef nutrono nei confronti degli utenti e del servizio pubblico reso, da parte di una dirigenza molto numerosa, ma mal distribuita, sarebbe necessaria.

Occorre finalmente che i vertici dei vari Dipartimenti e l’Amministrazione politica escano dal loro lunghissimo silenzio.

Occorre che soluzioni organizzative siano esaminate ed assunte (il telelavoro fra sedi?) prima che magari comincino a circolare idee sulle esternalizzazioni.

Occorre che le scelte organizzative adottate dall’Amministrazione vengano discusse e condivise, se possibile, al tavolo negoziale.    
 
La FP CGIL, anche al Mef, ha un suo programma molto semplice, al di là delle singole articolazioni: va ripreso il confronto sull’organizzazione del lavoro, devono essere completate le progressioni interne alle aree, senza penalizzare in modo insensato il FUA dei dipendenti, va perfezionato l’utilizzo del salario accessorio nella misura e nelle modalità di distribuzione, senza adottare come ormai è spesso prassi dei vertici del Ministero soluzioni riduttive per i problemi dei lavoratori e per le criticità del lavoro.

Per questi motivi, esposti anche nel nostro programma al Ministero, per un servizio pubblico che rimanga tale e venga migliorato,   invitiamo tutte le lavoratrici ed i lavoratori del Mef a votare le nostre candidate ed i nostri candidati RSU il 5, 6 e 7 marzo prossimi, ricordandoci che SIAMO STATO NOI.

Roma, 29 febbraio 2012 
    
                                           p. FP CGIL NAZIONALE MEF
                                                    DANIELE NOLA
                                                                                          

 
 
 
 
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