27 Novembre 2024
“Da qui al 2030, nel Mezzogiorno, nella pubblica amministrazione andranno in pensione quasi 90.000 addetti delle amministrazioni territoriali, 85.000 nel settore sanitario e circa 40.000 nel settore dello Stato. Se applicassimo un tasso di moltiplicazione della domanda di personale prevista dall’attuazione al 100% delle misure del Pnrr che hanno un impatto sui servizi pubblici, dalla giustizia amministrativa, alla sanità, al sociale fino agli asili nido, avremmo bisogno di reclutare da oggi al 2030 375.000 unità per compensare il turn over e garantire in più il potenziamento dei servizi ai cittadini. Intanto, però, il governo non finanzia un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazioni dei precari per rispondere alla domanda di servizi che aumenta, ma riduce anche il turnover al 75%. A ciò si aggiunga un definanziamento progressivo sia del Fondo Sanitario nazionale che del Fondo nazionale per le politiche sociali. Dunque, siccome si sta programmando la riduzione degli investimenti ordinari, il rischio è che questa grande mobilitazione di investimenti pubblici nel Mezzogiorno attivati dal Pnrr e dai fondi di Coesione anziché aumentare la capacità amministrativa, la qualità e la diffusività, oltre che l’appropriatezza, dei servizi, potrebbe addirittura essere compromessa”. Lo ha detto la Segretaria Generale Fp Cgil Serena Sorrentino intervenendo, a Roma, alla presentazione del 51esimo Rapporto Svimez sul Mezzogiorno.
“Rischiamo di arrivare da qui al 2026 e verificare che, per esempio – ha osservato -, abbiamo costruito una serie di case di comunità, ospedali di comunità o asili nido che non potremmo utilizzare perché manca il personale, o di dover delegare ai privati la gestione dei servizi aumentando le diseconomie. Serve un cambio nella politica economica, fiscale, sociale che scommetta sul mezzogiorno che vede nella manovra tagli ai fondi per il sud e alle autonomie locali. Anche per questo sciopereremo il 29 novembre e continueremo a promuovere l’abrogazione del ddl sull’autonomia differenziata che snatura il principio di sussidiarietà, mina la solidarietà fiscale, mette a rischio l’universalità dei diritti e smantella il sistema amministrativo”.