Nei giorni scorsi le Organizzazioni sindacali e Agenzia del demanio si sono incontrate per avviare la trattativa per il rinnovo del CCNL del comparto.
La discussione si svolgerà attraverso tre gruppi “tematici” che anticiperanno i lavori del
Tavolo nazionale così individuati:
“Permessi, ferie, orario di lavoro, mobilità e aggiornamento normativo”;
“Sistema inquadramentale, profili professionali, progressioni verticali e orizzontali”
“Quadro economico (Incremento tabellare; Indennità varie; Trasferta; Welfare; PDR; Buono pasto)
La calendarizzazione degli incontri, almeno sulla carta, sembra confermare la volontà di definire un rinnovo contrattuale entro la fine dell’anno prevedendo, l’ultimo di questi incontri tecnici, a metà dicembre.
Un programma di lavoro sicuramente corposo e, in apparenza, rispondente a tutti i temi evidenziati dalla Organizzazioni sindacali nelle diverse rivendicazioni presentate.
C’è però -ad avviso della Fp CGIL- una posizione dell’Agenzia che condiziona in partenza l’esito di questo rinnovo: la volontà datoriale di rendere disponibili risorse economiche per rinnovare i tabellari al solo 5,78% (percentuale elevabile al 6%, forse) nell’arco del triennio 2022-2024. Nessuna altra risorsa aggiuntiva, una proposta notevolmente inferiore all’inflazione registrata nel periodo di di vigenza del CCNL.
Nella sostanza, a fronte di una perdita salariale quantificabile (dati ISTAT) per un quinto livello pari ad euro 365,00, l’Agenzia ne offre meno di 130,00.
Nel merito, anche la proposta della FP CGIL di conglobare -e non assorbire- nei tabellari l’indennità di vacanza contrattuale già liquidata alle lavoratrici e ai lavoratori ha trovato, ad oggi, il freddo rigetto dell’Agenzia.
Come se non bastasse, alla proposta economica notevolmente inferiore all’inflazione, si aggiunge l’indisponibilità a finanziare l’adeguamento del sistema di inquadramento del personale, il sistema “indennitario” e, più in generale, a finanziare le modifiche contrattuali che necessitano di risorse economiche aggiuntive per essere attivate o per essere adeguate in quanto, laddove previste, il loro valore è fermo da tempo.
Una proposta datoriale chiaramente provocatoria verso le Lavoratrici e i Lavoratori che, da tempo, rivendicano il diritto di vedersi valorizzati dall’Agenzia ma che, al contrario, si sentono proporre un rinnovo economico ben lontano dalla realtà: retribuzioni tabellari non in linea con il mercato; nessuna previsione di incremento del Premio di Risultato nonostante l’aumento dei carichi di lavoro già aumentati in questi anni e, come noto, ulteriormente in incremento anche per i prossimi; prospettive di crescita professionale ed economica ingessate e il famigerato “tutti devono saper fare tutto” che, nei fatti, svilisce le professionalità.
Un secondo e più subdolo blocco contrattuale, negli effetti.
A nostro avviso, al contrario, sono necessari interventi adeguati da parte dell’Agenzia del demanio –anche presso il Ministero vigilante– di riconoscimento del Valore sociale del lavoro svolto dalle lavoratrici e lavoratori dell’Agenzia, riconoscendo il giusto compenso per i risultati raggiunti e per gli impegni futuri.
L’Agenzia sceglie invece di ispirarsi agli esiti negoziali del CCNL per le Funzioni Centrali dove, nei giorni scorsi alcune organizzazioni sindacali, ma non la FP CGIL e la UILPA, hanno accettato l’incremento dei tabellari nella misura analoga a quanto offerto in questa trattativa e hanno condiviso di rivedere –tra altre modifiche contrattuali– parte del sistema indennitario senza incrementare il valore del Fondo che le finanzia. Sempre le stesse risorse economiche “gireranno”: un sostanziale costo zero per le Amministrazioni.
Questa dinamica, così come nelle Funzioni Centrali, neanche in Agenzia troverà la sponda complice della FP CGIL.
Non è possibile accettare un rinnovo contrattuale sostanzialmente a “costo zero” per la parte datoriale, per questo invitiamo le lavoratrici e ed i lavoratori e, a partecipare allo sciopero generale proclamato da CGIL e UIL per il prossimo 29 novembre per rivendicare un contratto che offra alle Lavoratrici e ai Lavoratori risposte concrete: la valorizzazione professionale che spetta ed è attesa, adeguamenti salariali compresi; un miglioramento complessivo delle condizioni di lavoro; risorse aggiuntive a quelle previste per aumentare il potere di acquisto degli stipendi anche attraverso la detassazione degli aumenti.
Attraverso lo sciopero generale del 29 novembre chiediamo, inoltre, un finanziamento straordinario in Legge di Bilancio per sanità pubblica, servizi sociali, non autosufficienza, Istruzione e ricerca, affinché i diritti socialmente garantiti non siano sempre più prerogativa di chi può permetterseli.
FP CGIL Nazionale
Daniele Gamberini