Nella giornata del 6 novembre abbiamo proseguito la discussione con INL riguardo ai differenziali stipendiali con decorrenza 1° gennaio 2024. In premessa abbiamo evidenziato l’importanza di far chiarezza sulla sorte degli ex aequo della graduatoria dei differenziali stipendiali per funzionari, con decorrenza 2023. Difatti, trattandosi di circa centocinquanta posizioni, vengono in rilievo numeri importanti che possono influire in modo rilevante anche sulla discussione relativa ai differenziali 2024. Da parte nostra, abbiamo ribadito l’utilità di fare un accordo per pagare anche queste posizioni. Del resto, l’accordo sui differenziali con decorrenza 2024 prevedeva uno stanziamento di 3milioni e 200mila euro, mentre le somme che andremmo a utilizzare sono poco meno di 2 milioni e 200 mila euro.
Questo aspetto è fondamentale per capire come regolarsi nella trattativa in corso.
Si è poi evidenziata la necessità di regolare il punteggio di coloro che hanno i quattro anni di magistrale e l’anno integrativo; su questo punto, il tavolo ha concordato di riconoscere pari punteggio a entrambe le situazioni. Abbiamo poi posto il tema di coloro che abbiano fatto valere nel punteggio dei titoli sia l’abilitazione alla professione forense sia la frequenza alla scuola di specializzazione, che rischia di apparire una duplicazione. L’Amministrazione ha precisato che già nell’ultima procedura non ha dato punteggio doppio a chi abbia vantato entrambe le situazioni e si è, pertanto, ritenuto di precisarlo meglio nell’accordo.
Alla luce di tutto questo, non si è riusciti a firmare l’ipotesi di accordo, ma abbiamo chiesto all’INL di effettuare una simulazione dei risultati derivanti dai criteri discussi, per essere sicuri che l’obiettivo principale che ci si è dati sia realizzato: far sì che i differenziali siano prioritariamente attribuiti a coloro che da più tempo non li hanno ricevuti e hanno anche un’età più prossima alla pensione.
Prossimo incontro, per firmare l’ipotesi, è previsto il 13 novembre.
Il secondo punto ha riguardato l’illustrazione della bozza relativa al Decreto con cui si intende distribuire le risorse derivanti dal DL 19/2024. Su questo, occorre fare una differenziazione tra l’anno in corso, ormai prossimo alla fine, e il 2025. Rispetto all’anno in corso, siamo stati d’accordo nel prevedere che progetti di efficientamento ci siano già stati: dall’aumento del numero delle ispezioni per il PNRR, alle innovazioni derivanti dall’uso del sistema PagoPA (il cui inserimento abbiamo suggerito), alle implementazioni del sistema della patente a crediti. È già più che sufficiente a dimostrare che un miglioramento dell’efficienza c’è stato, per sbloccare i pagamenti 2024.
Rispetto al 2025, la bozza fa riferimento all’introduzione di progetti di sussidiarietà (che qualche sigla sindacale troppo impegnata a guardarsi l’ombelico fa finta di dimenticare essere una nostra proposta da anni, e non da ieri), alla necessità di sgravare il personale ispettivo dalle incombenze amministrative, all’uso di task-force e altri strumenti per l’attività ispettiva. Su quest’ultimo punto, intendiamo sgombrare il campo da equivoci strumentali che qualcuno vuole provare a montare: già la volta scorsa, in occasione dell’incontro con il Capo di Gabinetto, dicemmo molto chiaramente che non si può pensare sempre di alzare l’asticella a danno dell’attività ispettiva. Lo ribadiamo con chiarezza e ricordiamo quale dev’essere, a nostro parere, la logica di queste risorse – che, ricordiamolo, sono il frutto dei tre scioperi e della mobilitazione del personale dell’INL degli anni passati –: rendere più appetibile l’INL, per provare a ridurre la grande quantità di rinunce alla presa di servizio che si è avuta in questi mesi. Se così dev’essere, occorre considerare tutto il personale dell’Ente e garantire che tutti vi rientrino, perché tutti concorrono all’efficientamento dell’ente.
L’incontro è poi proseguito per discutere sugli obiettivi dell’attività di vigilanza: sul punto, ci è stato comunicato che siamo ormai oltre il 95% dell’obiettivo prefissato. Ci è stato però anticipato che la Commissione UE avrebbe chiesto a tutti i Paesi di mantenere e addirittura incrementare ulteriormente nel 2025 gli obiettivi realizzati. Qui si torna a quanto abbiamo appena scritto: non si può pensare di spremere il personale ispettivo all’infinito, senza che questo abbia delle ripercussioni pesanti. A tal proposito, abbiamo stigmatizzato la logica degli accessi brevi mascherati, che avrà pure consentito di realizzare gli obiettivi numerici, ma ha allontanato l’INL dalla capacità di aggredire macrofenomeni di illegalità. Basta andare sulla pagina di comunicazione istituzione dell’Ente, per vedere che le notizie di contrasto all’illegalità riportate riguardino vigilanze verso bar, forni, centri estetici, ristoranti et similia. Dove sono finite le operazioni su livello nazionale che permettevano di incidere in profondità sui fenomeni criminali? Cosa fa INL per incentivare questo tipo di ispezioni?
La situazione è poi aggravata da scelte che già nel passato abbiamo contestato: – la cesura tra vigilanza tecnica e ordinaria e la regionalizzazione della vigilanza tecnica, che impediscono all’INL di fare quella vigilanza a 360° che, ora, in virtù dell’immissione massiccia di ispettori tecnici, avrebbe potuto fare ma che si è scelto di non fare; – programmi informatici improvvidamente messi in uso senza preventiva e adeguata sperimentazione, che continuano a mancare di tanti pezzi dell’attività di vigilanza (non parliamo neanche delle altre attività, che continuano a latitare) e che per mesi non hanno neanche più consentito di produrre statistiche, costringendo gli uffici a navigare a vista; – la scelta politica (pilotata dall’alto, immaginiamo) di ritenere applicabile all’INL l’istituto della diffida amministrativa, che fa lavorare a vuoto il personale ispettivo, sapendo benissimo che esso già applica la diffida ex D.Lgs. 124/04.
Ancora: abbiamo ribadito che tra gli obiettivi non possono non rientrare tutte quelle attività di verifica (patronati, CIG, verifiche amministrativo-contabili) che, pur non essendo ispezioni in senso stretto, hanno comunque delle conseguenze “sanzionatorie” per i destinatari, rappresentate perlomeno dalla mancata erogazione di fondi.
Abbiamo ribadito l’importanza della pesatura delle pratiche, al fine di valorizzare la qualità e la complessità del lavoro svolto e l’importanza di rimodulare gli obiettivi dei singoli uffici nel momento in cui ci sia personale ispettivo che viene meno per mobilità o assegnazione ad altri Processi.
Rispetto a questo, diamo atto all’Amministrazione che su alcuni punti ha comunicato di voler aprire una riflessione: sulla rimodulazione degli obiettivi, ci è stato comunicato che è già in atto, ma che dal 2025 diventerà un modo per aiutare gli uffici in più grave difficoltà; si cercherà, sempre per il 2025, di trovare un modo per far rientrare anche le attività di verifica tra quelle che incidono sugli obiettivi; anche rispetto alla pesatura delle pratiche, si troverà un modo per premiarne la complessità e non considerare le pratiche complesse come fossero solo un unico accesso e basta.
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
Matteo Ariano |