Si è tenuto ieri il programmato incontro presso il Ministero della Giustizia per la sottoscrizione del Contratto Integrativo.
Per l’amministrazione erano presenti: il Viceministro Paolo Sisto il Capo dipartimento del Dog Dott. Gaetano Campo e i DG di tutti gli altri dipartimenti.
Dopo un breve saluto del Viceministro Paolo Sisto, è stato chiesto alle OO.SS di esprimersi sulla proposta dell’Amministrazione.
Come Fp Cgil, abbiamo sottolineato l’urgenza e la necessità di dare alle lavoratrici e ai lavoratori della Giustizia le risposte che attendono da anni attraverso la piena applicazione del CCNL 2019/2021 con la sottoscrizione di tre atti fondamentali e complementari: il contratto Integrativo con il nuovo sistema degli incarichi e le relative indennità, senza il quale le lavoratrici e i lavoratori subiranno danni economici e professionali; l’accordo per la individuazione delle famiglie professionali, utile a descrivere le competenze e i possibili sviluppi di carriera per tutte e quattro le nuove aree di inquadramento; una intesa programmatica per scandire, in ragione delle disponibilità economiche attuali e future, gli step di avanzamento di un complessivo piano di valorizzazione professionale per tutte e tutti. A condizione che sia condivisa anche da parte pubblica questa impostazione e prendendo atto che i documenti presentati dall’amministrazione sono ancora insufficienti, abbiamo dichiarato la nostra disponibilità a firmare la preintesa solo in seguito all’approvazione delle seguenti nostre richieste:
Accordo sulle Famiglie Professionali
Sei famiglie: tre comuni a tutti i dipartimenti e tre per le specificità dei singoli dipartimenti. Ciascuna famiglia dovrà contenere più profili di ruolo, distribuiti nelle Aree Assistenti (A), Funzionari (F) e delle Elevate Professionalità (EP). La nuova Area degli Operatori (O), con profilo di ruolo unico e disponibile per accesso limitato dall’esterno, di supporto trasversale alle attività di tutte le famiglie professionali.
Contratto integrativo
Tra l’altro dovrà indicare: il nuovo sistema degli incarichi e le relative indennità per ciascuna delle tre aree A, F ed EP; le procedure per le progressioni economiche (differenziali stipendiali), i passaggi tra le famiglie professionali e tra le aree.
Intesa programmatica su organici e piano assunzionale
Condivisione obiettivi e definizione impegni dell’amministrazione per realizzarli:
– svuotamento Area Operatori con passaggio ad Area Assistenti;
– passaggio da Area Assistenti ad Area Funzionari del personale che partecipa direttamente alle attività «core» per ciascuna delle Famiglie;
– determinazione posti per ciascuna delle Famiglie nell’Area delle Elevate Professionalità;
– definizione procedure per passaggio da Area Funzionari a Area Elevate Professionalità;
– definizione procedure concorsuali per la dirigenza con riserva per il personale inquadrato nelle Aree Funzionari e EP.
La nostra proposta si basa su tre pilastri, fondamentali per poter dare risposte a tutte le lavoratrici e lavoratori di questo Ministero:
– Accordo famiglie professionali: sei famiglie, tre dedicate alle attività tecniche e trasversali a tutti i dipartimenti e una per ogni dipartimento, si svilupperanno verticalmente su tutte le quattro aree a partire dalla famiglia delle elevate professionalità fino all’area operatori. Quest’ultima si deve svuotare ed il personale deve transitare in area Assistenti. L’area sarà mantenuta, al solo fine di consentire il transito del personale assunto tramite il Centro per l’impiego. Tale impianto consente lo sviluppo verticale tra le aree nell’ambito della stessa famiglia e le progressioni nell’area.
– Contratto Integrativo: deve essere riportato nello stesso l’accordo sui criteri relativi alle progressioni economiche con il nuovo sistema dei differenziali economici; ogni 2 anni si attiva la procedura di attribuzione dell’aumento di stipendio. Per l’area Funzionari è di 2250 euro, per l’area Assistenti di euro 1250 e per l’area Operatori di 800 euro. L’accordo prevede anche come assegnare gli incarichi: PO, indennità di responsabilità e di posizione (vedi art. 15 CCNL 2019/21) per ciascuna area, nonché i passaggi tra famiglie.
– Intesa Programmatica: come già detto sopra, svuotamento dell’area Operatori e passaggio del personale all’area Assistenti.
Ridefinizione dell’organico per ciascuna famiglia, per poter procedere ai passaggi in deroga attraverso l’applicazione dell’art. 18 CCNL, finanziati con lo 0,55% del monte salario dell’anno 2018, pari a 9.500.000 euro, e dei passaggi ordinari previsti dall’applicazione dell’art. 52 del Dl 165/01 dall’area Assistenti all’area Funzionari e dall’area Funzionari a quella EP.
Attivare, inoltre, le procedure concorsuali per la dirigenza con la riserva per il personale dell’area Funzionari.
Per il DGMC oltre alle richieste sopra esposte, abbiamo chiesto nell’ambito della famiglia dei servizi del trattamento rieducativo e del reiserimento sociale, l’inserimento di ulteriori competenze tecniche proprie del Servizio Sociale al fine di tutelare e valorizzare le diverse professionalità. Inoltre abbiamo chiesto il reintegro del profilo di ruolo del Direttore e ribadito la nostra contrarietà all’introduzione del profilo di ruolo Funzionario del trattamento rieducativo.
Scegliere di non sottoscrivere gli accordi da noi indicati significa, ancora una volta, escludere i dipendenti di questo Ministero da ogni beneficio economico e di carriera. Per questo lamentiamo la ancora insufficiente chiarezza dell’amministrazione che può venire solo da impegni precisi e concreti che al momento sono ancora carenti. Questo atteggiamento dilatorio dell’amministrazione favorisce la reazione delle altre organizzazioni che continuano a spingere perché nulla si modifichi, come se il Ministero fosse il migliore dei mondi possibili.
La mancata o errata applicazione dei contratti, unita all’inerzia della Dirigenza di questo Ministero, ha gravemente nuociuto alle lavoratrici e ai lavoratori che negli ultimi 30 anni NON hanno beneficiato di regolari passaggi economici e professionali. Pertanto, perseverare con questo atteggiamento, significa impoverirli ancora di più.
È bene ricordare che le lavoratrici e i lavoratori degli altri dipartimenti della Giustizia e del resto del comparto godranno per anni dei benefici economici e professionali dovuti alla corretta e integrale applicazione dei contratti integrativi, a partire dal sistema indennitario per assegnazione di incarichi di tipo organizzativo o professionale, pari a un minimo di 1.200 euro e fino a 2.600 euro per 13 mensilità, con passaggi economici ogni 2 anni. I passaggi di cui all’art 18 sono già stati effettuati o li stanno perfezionando.
Quindi, le lavoratrici e i lavoratori interessati, nell’immediato presente beneficeranno di un legittimo avanzamento di carriera ed economico e matureranno accantonamenti più alti per la pensione e il TFR.
Inoltre, non firmare il contratto significa bloccare le assunzioni e, di conseguenza, le progressioni tra le aree e la stabilizzazione di tutti i precari PNRR. A poco é servito il richiamo in tal senso del Viceministro, servono impegni e risposte concrete da poter esibire alle lavoratrici del sì lavoratori.
UNSA CISL INTESA USB e forse FLP con la mancata firma continueranno a negare tutto questo alle lavoratrici e ai lavoratori.
Il Ministero della Giustizia è il più numeroso in termini di organici: se non parte immediatamente un percorso virtuoso di progressioni tra le aree si continuerà a restare fermi nella stessa posizione economica e area, nella stessa posizione professionale d’ingresso, e si continuerà ad andare in pensione senza alcun miglioramento.
La Fp Cgil vuole il cambiamento organizzativo, vuole attivare procedure per portare le retribuzioni dei dipendenti di questo Ministero allo stesso livello del comparto Funzioni Centrali, vuole la stabilizzazione di tutti i precari.
Il passaggio di almeno il 70% del personale all’area Funzionari potrebbe determinare una spinta verso la promozione all’area successiva delle EP. Al contrario, se la stragrande maggioranza del personale rimane nell’area Assistenti e Operatori, rimarrà solo un appiattimento del personale.
Se non si attuano cambiamenti, i Cancellieri assistenti di tutte le qualifiche e gli Operatori non potranno mai beneficiare del passaggio di area. L’area Assistenti conta 26.000 unità. Nessun contratto può garantire il passaggio se non si avvia un percorso virtuoso per step. Inoltre, se le attività specifiche del profilo non vengono spostate nell’area successiva, i passaggi saranno estremamente limitati e giustificati dall’amministrazione solo per esigenze di servizio, soprattutto per Cancellieri e Assistenti.
I Funzionari di tutte le qualifiche rimarranno bloccati nella loro attuale area, continuando a svolgere le stesse attività, poiché queste non possono essere delegate alla figura del Direttore, a meno che non vengano ampliate e arricchite con nuove e più qualificate mansioni. Allo stesso modo, anche i Direttori saranno coinvolti nella stessa situazione, e la protesta avviata in questi giorni rischia di finire in una bolla di sapone, perché l’immobilismo non promuoverà alcun processo innovativo e professionale nell’area di appartenenza, tanto meno verso l’area EP.
Le lavoratrici e i lavoratori di questo Ministero hanno una sola scelta: o si cambia o si rimane nel limbo professionale degli ultimi 20 anni.
La Fp Cgil, in tutti questi anni, si è assunta la responsabilità di non firmare contratti, vedi quello del 2010 che ha bloccato le lavoratrici e i lavoratori per decenni, l’accordo sulle progressioni economiche che è stato contestato dalla stragrande maggioranza dei dipendenti.
Altre organizzazioni sindacali hanno la responsabilità di aver ingessato il sistema professionale e di aver impedito al personale della giustizia di avere gli stessi riconoscimenti e trattamenti ottenuti in altre amministrazioni.
Ora l’amministrazione ha aggiornato la riunione di ieri sera al prossimo 28 novembre. Noi continueremo a fare la nostra parte e verificheremo se a quella data la parte pubblica si presenterà finalmente con la completezza degli accordi che abbiamo anche formalmente richiesto o continuerà a sfruttare le divisioni sindacali per fare ancora una volta il gioco dei soliti noti per non cambiare nulla nella sostanza.
É l’ora di dire fin chiarezza da che parte si vuol stare. Deve dirlo l’amministrazione e devono dirlo le altre organizzazioni sindacali. Noi lo abbiamo messo nero su bianco accettando il giudizio di tutti non senza spiegare le nostre ragioni.
Alla fine sapremo accettare ogni determinazione e, come abbiamo sempre fatto, se ci saranno le condizioni per una intesa complessivamente utile non faremo mancare il nostro apporto, in caso contrario aspetteremo di vedere quali cambiamenti e miglioramenti reali per le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori che gli altri saranno in grado di realizzare.
FP CGIL
Russo/Fuselli/Guida /Mascagni