28 Ottobre 2024
“Sono già diverse migliaia i partecipanti in pochissimi giorni alla consultazione online promossa da Fp Cgil, e migliaia quelli che stanno compilando il questionario cartaceo nei posti di lavoro, che non condividono l’ipotesi di un contratto che taglia i salari dei dipendenti pubblici. La consultazione, avviata qualche giorno fa da FP CGIL e che proseguirà nelle prossime settimane di mobilitazione, consegna una fotografia molto chiara. Per noi non ci può essere che il ricorso alla democrazia e alla partecipazione in una situazione così inedita come quella che sta accadendo in queste ore”.
Lo scrive in una nota Funzione pubblica Cgil.
Secondo i dati della consultazione promossa da Fp Cgil il 97,35% dichiara di non condividere la scelta del governo di riconoscere solo 1/3 della perdita del potere di acquisto delle retribuzioni, e chiede di continuare la mobilitazione; il 96,55% ritiene che non sia più tollerabile il blocco del salario accessorio; il 93,90% chiede di conglobare e non assorbire l’indennità di vacanza contrattuale potenziata (Ivc) anticipata con atto unilaterale da parte del governo; il 94,62% non vuole rinunciare agli strumenti di valorizzazione professionale (incarichi, progressioni e ordinamento) compromessi dai mancati finanziamenti; l’89,51% si sente più garantito su smart working e condizioni di lavoro dalla contrattazione collettiva che dai provvedimenti di legge e dei dirigenti; il 93,58% chiede l’aumento del valore dei buoni pasto fermo per legge nella pubblica amministrazione; il 95,84% ritiene che la trattativa e la mobilitazione debbano proseguire per ottenere risultati migliorativi.
“Il datore di lavoro pubblico, il Ministro Zangrillo, vuole a tutti i costi una firma che ha il prezzo di mortificare i dipendenti delle funzioni centrali. Eravamo partiti con il Governo che diceva di voler iniziare dal CCNL delle funzioni locali e sanità per dare risposte prioritarie a quei settori della Pa che sono più in frontiera. Ebbene – si osserva – verificato che a fronte delle scarse risorse su quei tavoli le maggioranze sono più difficili da trovare attorno alla scelta di tagliare 10 punti di riconoscimento dell’inflazione per i salari e non dare risposte su carriere e condizioni di lavoro, stiamo assistendo ad una forzatura nel contratto delle funzioni centrali dove evidentemente ci sono le condizioni affinché più soggetti si dimostrino più sensibili al richiamo del Governo che alla dignità dei lavoratori e alle stesse piattaforme che quelle organizzazioni hanno presentato. Parliamo di oltre 300 euro mandati in cavalleria da scelte che il Parlamento potrebbe ancora modificare e che invece il Governo vuole chiudere in fretta”.
“Con i pagherò – si legge ancora nella nota – non si pagano le bollette, non si mandano i figli all’università e quindi misteriosi rinvii ad eventuali modifiche dopo l’approvazione della legge di bilancio che si leggono nel testo e patti che si millantano in queste ore e che sarebbero a zero euro visto che il governo ha già bloccato il valore del CCNL 25/27 e 28/30 sono ulteriori elementi che rendono ancor più sorprendente tutta questa concitazione. Alla faccia del rispetto delle relazioni sindacali! Ma come si fa a bloccare gli stipendi per 3 contratti accettando passivamente una decisione unilaterale del datore di lavoro? Per questo abbiamo chiesto alle lavoratrici e lavoratori di esprimere la loro opinione e continueremo a farlo”.
“Di fronte alla rottura di ogni relazione democratica sulla condizione dei lavoratori, con provvedimenti annunciati sui giornali che mirano a rievocare le pagelline punitive in base alle quali differenziare il salario accessorio, per il quale rimane il blocco per legge al valore del 2016, non si può accettare passivamente che i diritti di chi lavora nella Pa vengano intaccati senza reagire. Si aggiunga di nuovo il tetto al turn over al 75% in controtendenza con l’emergenza occupazione che vede l’uscita di oltre 1 milione di lavoratori da qui al 2030 e il quadro è completo”, conclude Fp Cgil.