Il Governo va a casa e restano le macerie della sistematica opera di demolizione dell’Amministrazione Pubblica.
Forse la distruzione della PA è stata una lucida strategia, forse solo un danno collaterale di politiche incerte e dissennate: della PA si è prima distrutta l’immagine e poi la stessa credibilità.
Tra le scelte dissennate denunciamo l’incredibile caso della nomina del Direttore Generale della Direzione per la Tutela del Territorio e delle risorse idriche. Nomina prima bocciata dalla Corte dei Conti per mancanza dei requisiti previsti dalla legge Brunetta, il ministro della valutazione e del merito, ma nonostante questo frettolosamente registrata ad agosto eppoi nuovamente bocciata dal Tribunale di Roma lo scorso 2 novembre, con una sentenza che dichiara illegittima la nomina e condanna il Ministero a rinnovare le procedura di interpello necessaria per una nuova nomina.
Di fatto, ad oggi, grazie alla pervicacia nel voler procedere ad una nomina che fa strame di norme e requisiti stabiliti dalla legge, al Ministero dell’Ambiente non c’è il Direttore responsabile di un settore che dovrebbe essere in prima linea nella lotta al dissesto idrogeologico e che, oggi come non mai, dovrebbe garantire certezza amministrativa e capacità organizzativa.
Il governo taglia i fondi per la tutela ambientale e il dissesto idrogeologico, ma se anche ci fossero ci chiediamo chi potrebbe legittimamente spenderli?
Roma, 9 novembre 2011