INPS – Valutazioni individuali: entriamo nel merito

25 Settembre 2024

Il 30 settembre scade il termine ultimo per presentare richiesta di conciliazione (msg 1605/2024). Le nostre riserve sul sistema in vigore le abbiamo espresse a più riprese: la valutazione in INPS non funziona, è discrezionale, iniqua, alimenta la piaggeria e non stima la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori di questo ente.

Anziché prendere il toro per le corna, e affrontare le problematiche portate al tavolo dalle organizzazioni sindacali, l’Amministrazione in piena estate ha affidato a un’università privata il compito di sondare gli umori dei dipendenti. Si è versato, così, l’ennesimo balzello a una realtà esterna, ma per arrivare a quale risultato? Lo scopriremo tra poche settimane, in occasione del confronto fissato per il prossimo 8 ottobre.

La tentazione, purtroppo, sembra essere sempre la stessa: ridimensionare il peso dell’obiettivo di gruppo e aumentare simmetricamente la valutazione del dirigente, dando così al direttore di sede il potere di condizionare – presto o tardi – i percorsi di crescita professionale di ogni collega.

E pazienza se questo annienta la specificità del settore pubblico, laddove il lavoro dei colleghi è spesso sinergico; pazienza se non viene mai adottata la valutazione dal basso verso l’alto, quella valutazione fatta da funzionari, assistenti e operatori che dovrebbe investire i dirigenti in applicazione delle direttive emanate dalla stessa Funzione pubblica, e che molto potrebbe dirci sulle condizioni di benessere organizzativo in certe realtà. INPS si dimostra un ente curiosamente creativo.

Ma la creatività, a volte, supera ogni limite.

Capita così che alcuni territori, non tutti, adottino nei confronti degli assunti 2023 una valutazione “politica” (sic): un giudizio scevro da ogni analisi di contesto che porta a una sufficienza attribuita erga omnes, a prescindere dal contributo dato.

Il paradosso è evidente: non soltanto registriamo una disparità da regione a regione, ma in taluni contesti territoriali abbiamo assunti in formazione che hanno concorso egregiamente alla produzione di sede e che ora vengono ricompensati con una valutazione avvilente e ingiusta. Molto edificante per una PA che punta a essere artefice del cambiamento.

Per questa ragione ribadiamo la piena disponibilità delle delegate e dei delegati della nostra sigla a ripristinare una rappresentazione della realtà che renda il giusto riconoscimento al contributo dato!

In un ente che ha gravi carenze d’organico, non sono certo le lavoratrici e i lavoratori che tengono in piedi il nostro sistema di welfare a dover salire sul banco degli imputati.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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