CRI: Vogliono fare a pezzi la Croce Rossa Italiana e licenziare più di 2000 persone – comunicato stampa unitario

21 Ottobre 2011

 
 

Dichiarazione stampa unitaria

 

Vogliono fare a pezzi la Croce Rossa Italiana e licenziare più di 2000 persone

Abbiamo preso visione della bozza di un decreto legislativo con la quale si trasformano i comitati provinciali e locali della Croce Rossa in associazioni di diritto privato e conseguentemente si riduce la struttura al solo Comitato Centrale e a quelli regionali.

L’intero provvedimento è strumentalmente motivato con la riduzione del debito ma non è in grado di disegnare un servizio che garantisca almeno le stesse prestazioni oggi erogate.
Non è una riforma ma una operazione ragionieristica fatta in massima parte sulla pelle della cittadinanza dei lavoratori e delle lavoratrici.

Si prevede che i dipendenti a tempo indeterminato in servizio presso gli attuali comitati locali e provinciali possano o rimanere con un contratto privato, oppure, se non riescono a ricollocarsi in altre pubbliche amministrazioni, messi nelle liste di mobilità e poi licenziati.
E’ evidente che questa previsione è del tutto irrealistica e ai confini con l’insulto all’intelligenza dei lavoratori.
Si prevede il licenziamento per tutti i lavoratori precari alla scadenza del loro contratto di lavoro.
Parliamo di persone che svolgono la loro attività,  di rinnovo in rinnovo,da anni e , alcuni da decenni.
Bel modo di guarire il malato, uccidendo quelli che lo tengono in vita.

Abbiamo sempre attaccato gli sprechi ovunque si annidassero ma una cosa è un progetto di riforma, un piano di rientro dal debito, una accurata gestione del patrimonio immobiliare  che certamente non può essere una svendita, altra cosa è ridurre i compiti di assistenza e urgenza svolti in tutta Italia con la professionalità riconosciuta ai dipendenti della Croce Rossa ad una mera operazione contabile.

Siamo pronti a discutere sia la riforma che il risanamento e per questo chiediamo urgentemente un incontro con il Governo, ma decisamente contrari ad un progetto che non migliora la funzionalità del servizio reso ai cittadini e che riduce i lavoratori e le lavoratrici a numeretti su una calcolatrice, per questi motivi indiciamo fin d’ora, una manifestazione per Mercoledì 26 ottobre a Palazzo Chigi ed all’esito avvieremo le procedure per l’indizione di uno sciopero nazionale, laddove l’incontro richiesto non produca le indispensabili modifiche.

Roma, 21 ottobre 2011 
 

FP CGIL   CISL FP   UIL PA    SINADI      FIALP CISAL   USB    UGL INTESA
CRISPI      BONOMO     PONTI    PALMINI         VELARDI       PERA       MARRO

 
 

 
 
 
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