Tic, tac, tic, tac. Lo scorrere del tempo segna inesorabilmente le scadenze: siamo quasi a metà settembre e in INPS ancora nulla si muove sul futuro del personale in comando.
Nel marzo scorso l’Istituto aveva pubblicato sulla piattaforma InPA gli avvisi relativi alla stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori interessati. Da quel momento abbiamo chiesto a più riprese la definizione di una tempistica precisa, per dare certezze ai dipendenti coinvolti e per indicare con trasparenza la durata del percorso, rivolgendo l’attenzione anche a quanti prestano servizio in regime di assegnazione temporanea (ex art. 42 bis D.lgs. 151/2001).
A luglio, in occasione dell’ultimo incontro con i sindacati, l’Amministrazione aveva promesso novità subito dopo l’estate. L’ordine del giorno sembrava destinato a essere ricco e serrato, se è vero che si sarebbe dovuto discutere anche di differenziali stipendiali – valutando le interlocuzioni tra Ente e MEF – e di deroga al tetto imposto al Fondo Risorse Decentrate dalla legge Madia (d.l. 75/2017).
Invece tutto tace. La prima convocazione, giunta nel pomeriggio di ieri, non ruota sui temi promessi ma verte sulle modifiche al regolamento per il conferimento delle posizioni organizzative. Un tema fuori fuoco rispetto all’agenda dei lavori che avrebbe dovuto segnare la ripresa del confronto.
Non vorremmo che dietro questa scelta si celasse la volontà di eludere le questioni sul tappeto, perché – lo diciamo fin da subito – il giochino non funziona.
Le altre amministrazioni guardano a noi per sapere se il personale in comando resterà in INPS o tornerà alla base;
le risorse a disposizione della contrattazione si erodono lentamente e senza soldi non si canta messa;
i dipendenti sono in attesa di una valorizzazione professionale non più rinviabile.
Le domande sono fin troppo chiare; le risposte che l’Amministrazione intende fornire no.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo