INPS – Il sondaggione

12 Agosto 2024

Che il nostro sistema di valutazione della performance individuale sia profondamente rivedibile non lo scopriamo oggi. 

Sono anni che denunciamo le incongruenze temporali, le difficoltà insite in un processo che non definisce con chiarezza neppure gli obiettivi della valutazione in sé.

Anni che chiediamo una revisione partendo da alcuni capisaldi, uno su tutti: se è vero che nella Pubblica Amministrazione tutto è valutabile, anche l’operato dei dirigenti può e deve essere soggetto a una piena valutazione. Una raccomandazione, questa, espressa dalla nostra sigla e condivisa dalla Funzione Pubblica, pena l’adozione camaleontica di un modello destinato a lacerare le stesse Amministrazioni.

Non soltanto questa prescrizione è stata sempre disattesa nonostante i continui solleciti al tavolo sindacale; addirittura, in pieno agosto, si è deciso di intervistare le lavoratrici e i lavoratori in servizio per chiedere un loro parere sul SMVPI. E, sorpresa delle sorprese, non c’era alcun riferimento alla possibilità di esprimere un parere verso l’operato dei propri dirigenti.

C’era, in compenso, una naturale tendenza a coinvolgere nel processo valutativo i titolari di posizioni organizzative, per distribuire meglio gli oneri di un processo che rende spesso impopolari, e una solerte insistenza sull’importanza di rimediare agli errori del passato chiedendo più valutazioni individuali e meno obiettivi di gruppo, sì da rendere il dirigente un manager che curiosamente non risponde alla comunità che amministra.

Ricordiamo all’Amministrazione che se c’è la volontà di conoscere il parere di chi opera ogni giorno in INPS su ciò che non va nel nostro sistema di misurazione della performance, basta interpellare le organizzazioni sindacali, aprendo un confronto serio e non autoreferenziale, senza appellarsi a modelli plebiscitari in cui le domande sembrano tutto fuorché neutrali.

Vorremmo conoscere, semmai, i costi di quest’operazione che coinvolge perfino la Bocconi nella rilevazione interna. Ricordiamo che troppo spesso l’Amministrazione recita la litania dell’assenza di liquidità quando c’è da immaginare indennità specifiche a beneficio dei colleghi: pensiamo alle promesse disattese in merito all’una tantum durante la pandemia, a parziale compensazione dei costi sostenuti. 

La stessa borsa diventa invece improvvisamente rigogliosa per i privati, impegnati a sondare il parere di una comunità che è già stata danneggiata e non merita anche le beffe.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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