Tassa sulle Transazioni: da Commissione Europea atto di giustizia e coraggio.

05 Ottobre 2011

Tassa sulle Transazioni: da Commissione Europea atto di giustizia e coraggio. Comunicato stampa di Rosa Pavanelli, Responsabile esteri Fp-Cgil e Vice Presidente Epsu (Sindacato Europeo dei Servizi Pubblici)

 
Nel suo rapporto al Parlamento Europeo sullo stato dell’Unione, il presidente Barroso ha annunciato la decisione della Commissione Europea
di introdurre la tassa sulle transazioni finanziarie nei 27 paesi UE.

Una decisione importante che fa giustizia dei danni prodotti dalla speculazione finanziaria e dalle banche sull’economia europea, un primo passo verso un sistema meno iniquo che chiede a chi ha causato la crisi finanziaria di assumersi delle responsabilità verso la collettività e di concorrere al risanamento del sistema.

Una decisione che finalmente dà una risposta positiva a una delle principali rivendicazioni per le quali la CES, l’EPSU e tutto il sindacato europeo si sono mobilitati negli ultimi due anni, dalla manifestazione del marzo 2009 a Londra in occasione del primo G20 dopo la crisi, fino alla manifestazione di Breslavia di 10 giorni fa. A chi accusava il sindacato di volere deprimere le potenzialità dei mercati, oggi ribadiamo che solo un sistema finanziario dotato di regole e controlli può preservarci da ulteriori future catastrofi e aiutarci a ripristinare il senso della dimensione sociale che ha caratterizzato lo sviluppo dell’Unione Europea e che costituisce l’unico vero argine contro la sua possibile implosione.

Occorre ora che tutto il sindacato si mobiliti per spingere i governi nazionali a non ostacolare la proposta e, anzi, a sostenerne la rapida adozione, per garantire la tenuta dei conti pubblici senza per questo annullare lo stato di diritto, senza cioè colpire la quantità e la qualità dei servizi offerti. All’austerità che restringe lo spazio pubblico, si risponda con l’equità e la tutela dei diritti assicurati da servizi pubblici di qualità.
 
Non si pensi, perciò, di destinare il gettito della tassa sulle transazioni finanziarie a garanzia delle banche; si investa, invece, per la qualificazione dei servizi pubblici, attenuando così l’impatto sui cittadini delle inaccettabili politiche di tagli indiscriminati al welfare.

Per l’Italia, infine, il principio di tassare la ricchezza, implicito nella tassazione delle transazioni finanziarie, deve essere uno stimolo a rivendicare con ancora più forza l’adozione della tassa sui patrimoni, elemento necessario per ripristinare quel minimo di equità fiscale indispensabile affinché non siano sempre e solo i lavoratori e i pensionati a pagare il prezzo della crisi.

Roma, 28 settembre 2011

 

 
 
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