Giustizia: Fp Cgil, governo manomette Contratto nazionale

25 Luglio 2024

“Continuano le decisioni unilaterali di un governo che dice di non avere più risorse da mettere a disposizione dei rinnovi contrattuali dei lavoratori pubblici e poi con un emendamento al decreto legge giustizia e ordinamento penitenziario passato in sordina elargisce, bontà sua, una nuova ‘indennità di specificità organizzativa’ per il personale del comparto delle Funzioni Centrali in servizio presso i Dipartimenti dell’amministrazione penitenziaria e della giustizia minorile e di comunità. Per questa nuova indennità la generosità arriva a fissare in 200, 150 e 100 euro mensili lordi per 13 mensilità per i lavoratori inquadrati rispettivamente nell’Area dei Funzionari, degli Assistenti e degli Operatori. Si pensi che per il rinnovo contrattuale del comparto Funzioni Centrali le più rosee stime fatte da ARAN nella trattativa in corso non vanno oltre i 150 euro medi lordi per un funzionario. Come sindacato non possiamo certo essere contrari a più risorse sui salari ma valga per tutti altrimenti è un’altra operazione e si mettono lavoratori contro lavoratori”.

Lo scrive in una nota Florindo Oliverio, segretario nazionale Fp Cgil.
“Aumentare le retribuzioni dei dipendenti pubblici è la nostra richiesta dall’inizio delle trattative in corso, sia al Ministero della Giustizia dove la responsabilità del Ministro è di non dare impulso per la definizione del Contratto integrativo e per il definitivo passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento, sia per tutto il Comparto delle Funzioni Centrali – osserva -. Ma il governo, con questo ulteriore atto unilaterale dopo gli anticipi di dicembre, conferma la volontà di mettere in discussione lo strumento del contratto collettivo nazionale di lavoro come autorità salariale e nella disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici e conferma che il problema vero che abbiamo di fronte non è far parte o meno del comparto delle Funzioni Centrali o rientrare nel regime di diritto pubblico ma avere a che fare con un governo, ministri e sottosegretari che hanno una visione proprietaria dello Stato e gestiscono le risorse pubbliche in maniera clientelare dividendo le sorti delle lavoratrici e dei lavoratori fino al livello del singolo posto di lavoro quando non addirittura erogando somme ad personam. É ora di dire basta e che tutte le organizzazioni di rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici tengano la schiena dritta di fronte a questi abusi. I lavoratori pubblici chiedono di avere dignità e non di andare dal potente di turno con il cappello in mano”, conclude.
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