Con la pubblicazione del Messaggio Hermes 2424 si chiude il primo riconoscimento dei differenziali stipendiali, secondo l’impianto del contratto collettivo. La partita del 2023 si esaurisce così in maniera utile per un’ampia fetta di lavoratrici e lavoratori, ma con margini di intervento. Non è un mistero che la classificazione tra esperienza professionale e titoli non fosse quella proposta al tavolo dalla FP CGIL, la quale ha più volte espresso il proprio convincimento. In sintesi: per un’Amministrazione attrattiva e non respingente serve una valorizzazione economica delle professionalità esistenti.
Questa passa dalla costituzione della Quarta Area (ancora da compiere), dal riordino dei profili professionali (col superamento di attribuzioni del secolo scorso) e soprattutto dal riconoscimento del differenziale stipendiale a tutti coloro che hanno offerto un contributo straordinario durante il COVID. Da qui l’impegno, proposto da questa sigla, e fatto proprio da tutte le parti al tavolo, di confermare – con la prima dichiarazione congiunta – l’impegno a proseguire nelle progressioni nei CCNI a venire.
Perché ciò sia possibile la contrattazione dovrà fare delle scelte, ma possiamo certamente evidenziare fin da ora che senza la benedetta deroga al d.l. 75/2017 gli sforzi rischiano di essere vanificati: alla crescita delle risorse indisponibili diminuisce la quota incentivante, in un perverso gioco al ribasso. Una situazione che ci sembra totalmente inaccettabile e per la quale abbiamo richiesto a più riprese un impegno politico dell’Ente.
Nell’attesa che INPS ci dica come intende ovviare a questo problema, se è allo studio un riconoscimento specifico per l’Istituto, ci sono due partite da affrontare.
La prima è quella relativa al tempo utile per la liquidazione del differenziale 2023: è vero che essa sarà comprensiva degli arretrati, ma quando è prevista la calendarizzazione del pagamento? Nel mese di luglio come lasciato intuire? O si rischia di slittare? Non citeremo la possibilità di ricorrere a presunte task force, ma è evidente che la necessità di chiudere il cerchio definitivamente c’è e l’Amministrazione deve sgomberare il campo da ogni possibile speculazione che aleggia nell’Istituto: quando paghiamo?
Lo diciamo parafrasando una pubblicità: l’attesa del differenziale NON è essa stessa il differenziale.
Analogamente crediamo sia centrale procedere con la massima celerità alla pubblicazione delle graduatorie per le progressioni verticali in deroga. Diamo atto a INPS di aver operato finora con una visione d’insieme non comune ad altre pubbliche amministrazioni, ma la scadenza del 31 dicembre si avvicina e la partita deve essere definita per tempo, senza corse all’ultimo respiro. Ci sono 913 assistenti e 52 operatori che attendono: diamo loro risposte. Non è soltanto necessario, è giusto.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo