INPS – Volantino e richiesta buoni pasto

26 Giugno 2024

Al Presidente
Avv. Gabriele Fava
Alla Direttrice Generale
Dott.ssa Valeria Vittimberga
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Conte
per il tramite del Dirigente Area Relazioni Sindacali
Dott. Salvatore Ponticelli

OGGETTO: RICHIESTA CONVOCAZIONE TAVOLO PER IL RICONOSCIMENTO E LA REGOLAMENTAZIONE DEL BUONO PASTO IN REGIME DI LAVORO AGILE

In data 12 ottobre 2023, l’Aran – con parere CFL 228 – ha evidenziato come il riconoscimento del buono pasto sia legato alla prestazione lavorativa in sé, indipendentemente dalla fascia oraria in cui la stessa può essere svolta (diurna, pomeridiana, serale, notturna).

Nello stesso disposto si specificava a chiare lettere che sta alle singole Amministrazioni operare per una regolamentazione nell’erogazione del ticket.

Il parere citato riprendeva, di fatto, quanto già indicato dal Dipartimento di Funzione pubblica nel giugno del 2022 (nota DFP-0047621-P-10/06/2022), laddove si ribadiva come ciascuna Amministrazione, nel quadro della propria autonomia organizzativa e gestionale, potesse assumere le decisioni più opportune in relazione all’attivazione o meno dei buoni pasto sostitutivi, alle conseguenti modalità di erogazione degli stessi, nonché all’attivazione di adeguate misure volte a garantire la verifica di tutte le condizioni e dei presupposti che ne legittimano l’attribuzione ai lavoratori”.

In forza di queste ragioni, in data 13 ottobre, cioè subito dopo il parere espresso da Aran, la scrivente sigla ha presentato all’Amministrazione la richiesta di attivare un tavolo per definire un regolamento-quadro nel perimetro INPS.

Per un Istituto che ha trasformato ogni processo lavorativo con l’avvento del lavoro agile, infatti, mantenere una pregiudiziale a monte rispetto al riconoscimento del buono pasto rappresenta un limite culturale, oltre che una scelta del tutto anacronistica che reca un pregiudizio economico evidente alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Ente.

Se allarghiamo l’inquadratura, la contraddizione stride ancor di più. La stagnazione dei salari italiani è documentata e il Paese continua a essere il fanalino di coda nell’Unione Europea. Le Funzioni Centrali operano con un contratto già scaduto, in presenza di un’inflazione a due cifre che ha funestato gli ultimi anni. Capiamo intuitivamente, e scontiamo quotidianamente, la sensibile riduzione del potere d’acquisto e la simmetrica frustrazione di chi assiste l’utenza più fragile garantendo prestazioni e servizi che sono il vanto del più grande attore previdenziale d’Europa.

Per questa ragione tale richiesta è stata più volte reiterata al tavolo sindacale dalla scrivente sigla, anche in occasione del confronto sul lavoro a distanza, dove si è deciso invece di eliminare qualsiasi riferimento perfino a potenziali indennizzi forfettari, quasi che l’Ente non avesse autonomia e fosse costretto a muoversi solo ed esclusivamente nel solco del tracciato contrattuale.

Poiché noi crediamo nella contrattazione di ente, abbiamo così riproposto il tema alla Vostra attenzione in occasione del primo incontro con le organizzazioni sindacali.

Ad oggi, purtroppo, non abbiamo ancora avuto risposte.

Avevamo sperato in un’iniziativa esplorativa per valutare l’aumento del valore nominale dei buonopasto,infunzionedeinuoviregimidiesenzionefiscaleesullasciadiquantogiàavviene in altre Amministrazioni.

Ciò che però non capiamo è perché nel mentre l’INPS, apparentemente sensibile alle necessità dell’utente interno, non operi immediatamente sulla scorta dei riferimenti qui menzionati,

definendo una politica di regolamentazione del buono pasto in regime di lavoro agile che non sia più basata su veti incomprensibili.

Ricordiamo, infatti, che nei contratti depositati in Aula esiste già un elemento che consente di stimare temporalmente l’attività lavorativa offerta: è la fascia di contattabilità, che pur al netto di una lavorazione per processi ancora temporalmente gli stessi a uno sforzo. Ed è una fascia che spasmodicamente viene utilizzata da alcune realtà territoriali, con l’assurda imposizione di 7 ore quale prerequisito per l’accesso al lavoro agile.

Che senso ha estendere forsennatamente quella fascia e sostenere, al tempo stesso, che il lavoratore è sì obbligato a rispondere, ma non possiamo stimarne il contributo perché è potenzialmente libero di lavorare anche nelle altre 17 ore?

Rinnoviamo, pertanto, ai nuovi vertici dell’Amministrazione la richiesta di attivazione di un tavolo, per eliminare ogni ipocrisia in materia e addivenire a una soluzione reale del problema.

Confidando in una Vostra convocazione, Roma, 26.06.2024

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto