MANOVRA ECONOMICA: NIENTE TAGLI AL MIBAC?
Attenzione ai facili trionfalismi: e ci riferiamo alle dichiarazioni del Ministro Galan che annuncia che il MIBAC è fuori dai tagli della nuova manovra economica, anzi ne trarrebbe dei vantaggi vista l’istituzione del 5 per 1000 da destinare alla Cultura.
Purtroppo non è così, la manovra incide pesantemente sul bilancio MIBAC, già pesantemente decurtato dai precedenti tagli della legge 133, dei quali si stanno ancora subendo effetti sconvolgenti sul piano della tenuta stessa dei servizi.
Il Ministro che non annuncia tagli sta invece procedendo all’ulteriore taglio del 10% sugli organici, con un effetto disastroso per qualsiasi prospettiva occupazionale nel Ministero. A seguito di questo taglio il Ministero, ricordiamolo, si troverà con 2000 posti circa in soprannumero rispetto alle previsioni teoriche dell’organico. Ricordiamo che, proprio per queste implicazioni delicatissime, il Mibac era riuscito finora a non fare il taglio, anche subendo le cosiddette sanzioni previste per gli inadempienti. Anche perchè, come la legge speciale su Pompei insegna, se non si interviene adeguatamente dal punto di vista degli investimenti professionali e strumentali, i monumenti crollano e con essi anche la credibilità dei Ministri e dei Governi.
E veniamo alla manovra:
intanto il blocco prolungato del turn over ed il taglio del 50% dei contratti di lavoro flessibili, il prolungamento del blocco dei contratti fino al 2014 e la previsione di sola indennità di vacanza contrattuale per il triennio 2015/17 sono delle decurtazioni generali che incidono sul salario dei lavoratori Mibac, un sacrificio inaccettabile sul quale però nessuno del Governo spende una parola se non per i famigerati quanto impuniti insulti provenienti dal Ministro Brunetta.
La manovra interviene inoltre sulle risorse destinate ai Beni Culturali stabilite dalle legge 289/2002, pari al 3% secco degli stanziamenti per opere infrastrutturali. Queste somme si azzerano per il 2011 e dal 2012 le somme previste saranno presumibilmente molto diminuite poiché il 3% è diventato il limite massimo delle risorse attribuibili al Mibac, quindi l’importo potrà essere inferiore al 3% e ci si può scommettere che lo sarà, considerata la passione che il Ministro Tremonti ha per la cultura. E la manovra interviene con una norma ammazza residui la cui portata, considerata la mole di residui accumulata nel Mibac, potrebbe essere devastante.
Infine il 5 per mille: la possibilità decorre dal 2012, questo contributo dei cittadini per la Cultura dovrà sommarsi ai contributi per combattere la fame nel mondo, per le calamità naturali e per l’assistenza ai rifugiati, causali già esistenti a cui il 5 per mille alla cultura oggettivamente sottrarrà risorse. La scelta di destinazione in ogni caso non sarà dei contribuenti ma del MEF e le somme non saranno disponibili prima del 2014.
Allora: meno facili trionfalismi, sig. Ministro, ed una maggiore attenzione alle nefandezze che si stanno consumando sulle rovine del Mibac, se davvero si vuole operare per il suo rilancio.
Roma, 18 luglio 2011
FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni