Si è svolto ieri pomeriggio l’incontro tra organizzazioni sindacali e Amministrazione sulla bozza di contratto integrativo 2024 trasmessa, nelle scorse settimane, alle rappresentanze.
Come FP CGIL abbiamo ribadito la nostra posizione, prendendo a riferimento gli elementi centrali che il tavolo negoziale deve affrontare in via prioritaria:
Capitolo progressioni. L’integrativo 2023 riconosce un esplicito impegno delle parti “a proseguire, nell’ambito della contrattazione integrativa di Ente relativa al prossimo biennio, l’attuazione di politiche di valorizzazione per tutti i dipendenti dell’Istituto”. È la codificazione di un proposito condiviso anche dall’Amministrazione: quello di riconoscere la professionalità di chi ha servito il paese durante l’emergenza pandemica.
Qualsiasi ragionamento non può pertanto prescindere da quanto indicato nel contratto. Troppe lavoratrici e lavoratori attendono ancora una progressione! Per questa ragione abbiamo chiesto alla Direttrice generale, sin dal primo incontro, un duplice impegno a tutela della comunità INPS:
riappropriarci delle risorse presenti nel fondo, in deroga al tetto del d.l. 75/2017;
ottenere il superamento del limite del 50% alle progressioni annue (limite che, lo ricordiamo, non discende dalla contrattazione, ma da una punitiva lettura ricavata da una direttiva ministeriale).
Nel mentre riteniamo fondamentale impostare un ragionamento per estendere la platea dei beneficiari, articolando una proposta che consenta di ponderare l’esperienza professionale sulla scorta del fine ultimo che intendiamo perseguire: garantire una progressione a chi ancora non ha avuto tale riconoscimento.
Quadro indennitario. Siamo in attesa di una determinazione esatta delle risorse a disposizione del Fondo e sui territori pesa lo spettro di una riorganizzazione. Ecco perché, prima di apportare qualsiasi modifica, continuiamo a chiedere lungimiranza a INPS. L’obiettivo del sistema indennitario è valorizzare l’assunzione di responsabilità: a oggi non conosciamo i profili professionali che l’Amministrazione intende delineare, né l’eventuale spostamento di attribuzioni a valle di un nuovo reassessment. Serve, pertanto, un metodo che elimini la confusione. Una qualunque proposta di modifica da parte dell’Amministrazione, lo abbiamo detto e lo ribadiamo, deve portare a una revisione complessiva che riconosca il valore delle tante professionalità presenti in INPS: dagli URP ai tecnici, dai funzionari addetti al contenzioso invalidità civile ai comunicatori, dal personale sanitario agli informatici, dai responsabili di agenzie ai collaboratori di gestione solo per dirne alcuni. Procedere per strappi, lo abbiamo visto anche in passato, genera storture.
A latere della riunione abbiamo sollecitato l’Amministrazione su alcune questioni che riteniamo non più rinviabili: l’attivazione dei tavoli RSU per la definizione dei progetti locali e l’ormai annosa questione delle trattenute sui buoni pasto per quanti hanno fruito della mobilità.
Sul primo punto aspettiamo novità nelle settimane a venire; sul secondo l’Amministrazione ha evidenziato che le anomalie emerse hanno una caratura regionalizzata. Il problema, per noi, resta però nazionale, perché da febbraio le colleghe e i colleghi attendono una risposta. Per questa ragione invitiamo tutti gli interessati a mettersi in contatto coi nostri referenti territoriali, affinché la FP CGIL possa supportarvi per la restituzione dei ticket indebitamente trattenuti.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo