Fp Cgil – Innalzamento dell’età pensionabile per la Polizia Penitenziaria: inaccettabile la proposta del Capo DAP Giovanni Russo

20 Aprile 2024

Mirko Manna, Coordinatore Nazionale per la Polizia Penitenziaria FP CGIL, denuncia “la recente iniziativa di Giovanni Russo, capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), in merito alla richiesta da lui formulata al Coordinamento delle Forze di Polizia per innalzare di due anni l’età pensionabile della Polizia Penitenziaria su base volontaria, motivando la proposta con la mancanza di posti nelle Scuole dell’amministrazione che sta aggravando ancora di più il deficit di Poliziotti in servizio rispetto a quelli necessari per garantire il funzionamento delle carceri nei prossimi anni: attualmente mancano oltre 8.000 Poliziotti penitenziari rispetto a quelli previsti. Questa è una chiara ammissione di inadeguatezza nella gestione del personale e nella pianificazione nell’arruolamento dei Poliziotti penitenziari, una carenza più volte denunciata dalla FP CGIL e prevista da anni. Se il signor Russo non è nemmeno in grado di garantire una gestione efficiente degli arruolamenti del personale di Polizia Penitenziaria che costituisce oltre il 90% del personale dell’amministrazione delle carceri, dovrebbe considerare seriamente la possibilità di fare un passo indietro”.

“Esattamente 40 anni fa – prosegue Manna – sono stati arruolati migliaia di Poliziotti penitenziari ormai arrivati all’età per la pensione obbligatoria. Era quindi ampiamente prevedibile che in questi anni si sarebbe arrivati alla situazione attuale dove non si riesce ad assumere abbastanza Poliziotti almeno per colmare le carenze dovute ai pensionamenti obbligatori, per non parlare di quelli su base volontaria da parte di Poliziotti che non hanno più la minima intenzione di continuare ad esere oggetto di decine di migliaia di aggressioni l’anno da parte di una popolazione detenuta esasperata dall’inefficienza della gestione del sistema penitenziario italiano”. Manna ha inoltre collegato la gestione del personale da parte del DAP con la crescente crisi all’interno delle istituzioni penitenziarie, citando “quattro suicidi tra i poliziotti penitenziari dall’inizio dell’anno e trentadue tra i detenuti: il peggior dato degli ultimi venti anni”.

In aggiunta, Manna ha sollevato preoccupazioni anche riguardo una precedente proposta emersa durante una riunione con il DAP, in cui si proponeva di ridurre la durata dei corsi di formazione da sei a tre mesi. “Tale misura è stata considerata al fine di compensare la mancanza di copertura del turnover. Secondo dati forniti dal DAP, si prevede che nel 2024 andranno in pensione 2.400 unità, mentre i corsi attuali, se mantenuti alla durata standard, permetterebbero di immettere in servizio solo 2.000 agenti, lasciando un deficit di 400 unità rispetto alle esigenze che andranno ad aggravare ancora di più la carenza di organico attuale”.

Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria ha anche criticato lo scollegamento tra le dichiarazioni di sostegno alle forze dell’ordine fatte dal governo e le azioni pratiche che seguono. “La Presidente Meloni esalta pubblicamente la sua vicinanza alle forze dell’ordine, ma le direttive ai dirigenti generali sembrano contraddire il diritto alla pensione, un diritto fondamentale per i nostri uomini e donne in divisa”.

“La Fp Cgil Polizia Penitenziaria – conclude Manna – chiede un confronto aperto e costruttivo sul tema e sollecita il DAP a rivedere le sue politiche per assicurare il benessere e i diritti degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria”.

Roma, 20 aprile 2024

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