Igiene Ambientale pubblica e privata – Esperite con Assoambiente e Federambiente le procedure raffreddamento e conciliazione ai sensi della 146/90. Comunicato Unitario

18 Luglio 2011

Igiene Ambientale pubblica e privata – Esperite con Assoambiente e Federambiente le procedure raffreddamento e conciliazione ai sensi della 146/90. Comunicato Unitario

 
Con la presente vi informiamo che, nelle giornate del 14 e 15 aprile scorsi, si sono svolti a Roma gli incontri relativi alla procedura di raffreddamento con Federambiente e Fise/Assoambiente, a seguito della decisione delle Segreterie Nazionali di avviare un percorso di mobilitazione a sostegno del rinnovo del CCNL.

Come detto nei giorni passati, la decisione di avviare la mobilitazione del comparto è scaturita per la profonda insoddisfazione relativa all’andamento del negoziato e per i tempi che lo stesso sta registrando.

Conseguentemente, pur comprendendo la difficile fase economica che il Paese e il sistema della finanza pubblica stanno attraversando, non si poteva che imporre al tavolo del confronto una dimensione diversa e tempi più cogenti nel merito dei problemi e non su astratti principi che poco c’entrano con i problemi dell’economia.

Nei mesi di passati abbiamo provato, con entrambe le associazioni imprenditoriali, a sviluppare la discussione affinché si potesse sottoscrivere un rinnovo contrattuale in un perimetro condiviso e di prospettiva, utile a governare questa fase economica e le imminenti liberalizzazioni.
Abbiamo, pur nell’esigenza di dover presentare quattro piattaforme, fatto prevalere i bisogni della categoria – rispetto al difficile dibattito sindacale confederale – presentandoci all’appuntamento del rinnovo più uniti anche rispetto al passato.

Anche i lavoratori, che hanno ben compreso le difficoltà economiche del comparto, quotidianamente si fanno carico in ogni modo e in ogni forma dei processi di ristrutturazione e razionalizzazione delle imprese, attraverso modalità operative e contrattuali sempre più pesanti e poco sicure.

Evidentemente, soprattutto in Fise/Assoambiente, non si è compreso tutto ciò e, pur condividendo parte dell’analisi sulle difficoltà dei lavoratori – poco si condivide l’aspetto delle soluzioni soprattutto quando ci si propone un contratto nazionale i cui oneri sono esclusivamente a carico dei lavoratori e della qualità dei servizi.

Non possiamo di certo accettare che il ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione, l’aumento del prezzo dei carburanti, il sistema fiscale sul lavoro – sempre più ingiusto e iniquo – debba essere scaricato solo su chi quotidianamente la propria parte continua a farla nonostante le sempre più crescenti difficoltà economiche e sociali.

Per tutte queste ragioni i lavoratori e le lavoratrici non possono accettare un rinnovo miope esclusivamente a perdere senza alcuna garanzia per il presente e il futuro.

Nel merito degli incontri, con la rappresentanza delle imprese pubbliche, la discussione nella procedura ha avuto toni anche bruschi sui singoli temi contrattuali ma l’approfondimento ci ha permesso di chiarire e meglio comprendere alcuni aspetti che nei giorni passati avevano provocato non poche tensioni.

Considerando quanto detto, e tenuto conto anche del loro dibattito interno ancora in corso, successivo alla elezioni dei vertici federali, si è convenuto con Federambiente sulla necessità di approfondire ulteriormente la discussione dopo la comune valutazione sul fatto che esistano ancora i presupposti per continuare a tenere ancora aperta la procedura di raffreddamento e conciliazione, fino al prossimo 11 maggio.

Di certo la riunione del 11 maggio, in seduta plenaria, considerando il carattere conciliatorio delle stessa nelle more della legge sullo sciopero, assume tutto il peso di essere una sorta di riunione spartiacque, dove le volontà e le scelte conseguenti saranno decisive per il proseguo rinnovo contrattuale.

Con la rappresentanza delle imprese private, nella riunione del 15 aprile, sempre nelle more della procedura di raffreddamento e conciliazione, abbiamo registrato una tiepida disponibilità di Assoambiente a procedere con il rinnovo contrattuale, evidentemente da contemperare solo nel contesto delle difficoltà economiche e finanziarie che denunciano le aziende del settore ma, per il resto, non si sono avute le risposte su quanto avevamo chiesto nelle riunioni precedenti:

– disponibilità al tavolo unico negoziale per approdare al contratto unico di settore, anche attraverso una discussione dai tempi contenuti;
– comprendere da Assoambiente, nel merito, il progetto complessivo per il rinnovo del Contratto nazionale dovendo lo stesso sviluppare, non solo i contenuti della piattaforma, ma anche i bisogni delle imprese nei livelli d’efficienza e produttività e le dinamiche retributive dei lavoratori e la qualità delle condizioni di lavoro;
– corresponsione di una anticipazione economica sui futuri miglioramenti economici, necessaria a sviluppare un confronto sereno anche rispetto al ritardo accumulato.

Su questi elementi non abbiamo colto nessuna disponibilità delle imprese private perché, evidentemente, si preferisce pensare a dinamiche che vedono il lavoro e il suo costo retrocedere a condizioni minime o quanto meno diverse dall’altro contratto di riferimento, come dire che le gare interessano ma interessano ancor di più se si ripristina un differenziale economico tra i due CCNL del settore.

In questa fase, anche se è pleonastico ricordarlo, al settore occorrono regole e garanzie e – in assenza di una robusta legislazione e nella impossibilità di un accordo complessivo di tutte le parti istituzionali, sociali e imprenditoriali che rappresentano degli interessi nella gestione dei rifiuti (amministrazioni locali, aziende, lavoratori, cittadini), solo il Contratto unico può esercitare un ruolo regolatore del mercato capace di mettere insieme non solo richiesta ed offerta ma anche diritti, qualità e costi compatibili.

L’atteggiamento neoprotezionista da parte di alcune imprese private di certo non favorisce il bisogno di condividere delle scelte oramai improcrastinabili e che nessuno di noi, responsabilmente, può eludere.

La scelta di non fare il contratto unico è una scelta ideologica e priva di elementi di merito, poco attenta allo sviluppo del mercato, come la “soluzione” del costo minore – propostaci – rappresenta una partita senza fine.

Ci sarà sempre qualcuno che costa meno, soprattutto nel settore dei rifiuti dove la presenza di soggetti “illegittimi” è sempre più numerosa e agguerrita.

Noi siamo per le regole, la trasparenza e la qualità e su questo siamo pronti a saldare un patto forte con le imprese pubbliche e private.
Regole che sappiano coniugare sviluppo e diritti, la paura di crescere, di investire di aggiornare la propria conoscenza non porta da nessuna parte ma sicuramente porterà il settore dell’igiene ambientale al “medioevo” dei diritti, dell’ambiente, dell’essere impresa.

Ora occorre coraggio e progetti, il Sindacato il suo lo ha proposto.

Pertanto, la riunione in Fise/Assoambiente – non poteva che concludersi con un mancato accordo e, rispetto a quanto detto, anche con una rottura definitiva che nei prossimi giorni avrà il suo naturale sviluppo.

Di tempo ne è passato a sufficienza e, anche se le imprese pubbliche e private non hanno ancora capito cosa fare, i lavoratori e le lavoratrici dell’igiene ambientale sapranno guadagnarsi il loro nuovo contratto nazionale unico.

Le Segreterie Nazionali

FP CGIL  Sgrò/Cenciotti –  FIT CISL  Paniccia/ Curcio – UILTRASPORTI  Tarlazzi/Modi – FIADEL Verzicco/D’albero

Roma, 21 aprile 2011

 
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