Nella riunione sindacale tenuta ieri pomeriggio è stato sottoscritto il CCNI dei professionisti per il 2023.
L’articolato nulla aggiunge e nulla modifica rispetto all’accordo del 2022, intervenendo – come troppo spesso avviene in INPS – ad anno scaduto, quindi quale mera ratifica di quanto avvenuto nell’anno trascorso.
La CGIL, assieme ad altre organizzazioni sindacali, sin da ottobre 2023, ossia dall’apertura della contrattazione integrativa 2023 per i professionisti, aveva chiesto una calendarizzazione dei tavoli tecnici per arrivare rapidamente alla revisione di istituti importanti quali le maggiorazioni della retribuzione di risultato o l’indennità di mobilità.
Dato il protrarsi dei tempi, nel dare l’assenso alla sottoscrizione del CCNI 2023 al fine di sbloccare la contrattazione per il 2024, avevamo espresso l’auspicio che si potesse destinare parte delle maggiori risorse affluite al Fondo per effetto della sottoscrizione del CCNL al rifinanziamento della indennità di funzione di tutti i professionisti.
Su questo punto aspettavamo una risposta che non è mai arrivata. È arrivata, in compenso, l’ennesima richiesta di sottoscrizione del contratto così come proposto, “per senso di responsabilità”.
Nonostante le migliori intenzioni, quindi, e a dispetto delle maggiori risorse disponibili, ogni possibilità di introdurre elementi di novità è stata rinviata al 2024.
Abbiamo ritenuto, nell’interesse di tutti i professionisti, di non rallentare ulteriormente l’iter per la chiusura del CCNI 2023: abbiamo quindi accettato di firmare con una nota a verbale che per noi rappresenta un impegno solenne, non una formula logora. Con essa le parti si impegnano ad avviare nei prossimi 15 giorni una contrattazione per il CCNI 2024 che esamini tutti gli istituti correlati all’attribuzione del trattamento accessorio.
A partire già dal prossimo incontro, fissato per il 20 marzo, verificheremo realmente la volontà dell’Amministrazione di riservare ai professionisti dell’Istituto l’attenzione che tale categoria di lavoratori merita. Lo stallo degli anni scorsi nella contrattazione ci impone di correre.
Così anche per le selezioni per i livelli differenziati di professionalità, che nel 2023 non sono state bandite. Abbiamo richiesto, la settimana scorsa, l’apertura immediata del confronto sui criteri per tali selezioni, alla luce della immissione in servizio di nuovi professionisti, anche provenienti da altri enti. Attendiamo una risposta a stretto giro.
FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Giuseppe Cipriani