MERITOCRAZIA E PREMIALITA’:
i primi della classe…
Si è tenuto l’altro giorno un incontro tra l’Amministrazione e le OO.SS., per l’illustrazione del DPCM recante l’attuazione in PCM della cosiddetta legge Brunetta in merito a premialità e meritocrazia.
La FP–CGIL ha ribadito con fermezza la sua posizione, più volte espressa dalla sua Segreteria Generale allo stesso Ministro, di netta bocciatura sindacale e politica di una norma che con la meteora della falsa “meritocrazia”, spacca il mondo del lavoro e mette i lavoratori uno contro l’altro, con il miraggio (?) di qualche euro in più !
Lo schema di DPCM ha trovato, tranne la CISL e la UIL, una sonora bocciatura dalle OO.SS. della PCM, una contrarietà rafforzata dal fallimento che la 150/2009, sta avendo in tutto il pubblico impiego, per la sua pessima qualità e anche per mancanza di risorse aggiuntive.
Infatti, al MEF e alle Agenzie Fiscali non viene applicata, e alla PCM, vista la sua particolarità e specificità, il comma 3 dell’art. 74 permette di andare in deroga e allora, non si comprende il “sacro furore” dell’Amministrazione nel volerla applicare, per di più nella sua parte peggiore, contro tutto e contro tutti.
Forse tutto questo per consentire al peggior Ministro della Funzione Pubblica di sempre, di uscire dal dimenticatoio nel quale è finito? oppure solo per una boccata di ossigeno e recuperare la ribalta con qualche trafiletto in quinta pagina se viene applicata in PCM ?
Non c’è altra spiegazione, altra ratio, una norma sbagliata e penalizzante strabocciata dalle lavoratrici e dai lavoratori e con la contrarietà della Dirigenza nelle varie Amministrazioni non può avere futuro.
Tutto ciò suona strano, vista l’attenzione che codesta Amministrazione ha sempre riservato al suo personale tutto, Dirigenziale e delle Aree, perché fare i primi della classe per sostenere una legge sbagliata e già fallita?
Abbiamo chiesto all’Amministrazione un sano ripensamento e di avvalersi della possibilità di deroga che l’art. 74, comma 3 del dlgs 150/09 gli concede, e non trascinare il suo personale in una guerra fratricida. E’ una logica che va in senso contrario al lavoro di squadra, alla solidarietà tra colleghi, alla serenità delle relazioni sul luogo di lavoro.
Quali garanzie poi che la valutazione comparativa possa basarsi su parametri oggettivi in un’amministrazione dove sono quasi una ventina, tra Segretariato generale, Ministri senza portafogli e Sottosegretari con delega, le autorità che gestiscono le strutture?
C’è chi ha sostenuto che il DPCM si applica solo con delle risorse aggiuntive. Ma come potrà non influire una valutazione negativa per i risultati conseguiti in relazione alle risorse aggiuntive su quella delle iniziative ordinarie?
Basti immaginare solamente le difficoltà della Dirigenza costretta a scegliere tra buoni e cattivi,…con risultati deleteri e la consapevolezza che, chi sarà tra i cattivi, lo rimarrà per sempre! E per i Dirigenti stessi l’indennità di risultato non seguirà la stessa strada con tanto di decurtazione economica e danno professionale? Una norma che esclude fattispecie d’eccellenza: almeno il 20% deve non aver raggiunto gli obiettivi.
La FP–CGIL ribadisce con forza la sua contrarietà nella consapevolezza che questa è una norma dannosa per il mondo del lavoro pubblico che non va applicata ed è assolutamente da cancellare.
Roma, 23 marzo 2011
p.FP–CGIL/PCM
Gianni Massimiani