Di quanto diminuirà la lunghezza dei processi? A questa domanda non si risponde. La riforma della giustizia presentata al Consiglio dei Ministri è un ennesimo attacco alla Costituzione e all’indipendenza della magistratura. E’ una riforma che va contro gli interessi dei cittadini che non avranno più certezza della perseguibilità di tutti i reati e dunque saranno meno uguali davanti alla legge; la magistratura, oggi sottoposta solo alla legge nel perfetto equilibrio dei tre poteri della nostra Costituzione, sarà meno indipendente.
Separazione delle carriere, doppio Csm, disponibilità della polizia giudiziaria, responsabilità civile dei magistrati: i provvedimenti presentati ieri dal Ministro Alfano hanno l’unico scopo di controllare i magistrati, colpevoli di perseguire i reati del Premier, con la certa conseguenza di rendere i cittadini meno garantiti. E’ noto a tutti lo stato della giustizia italiana, priva di mezzi e di risorse atte a fornire un servizio efficiente alla cittadinanza; una riforma politica che non ha come fine colmare le carenze strutturali e organizzative non servirà a dare un servizio più celere.
Si tratta infatti di un progetto a costo zero mentre sono necessari investimenti, assunzioni di personale, la modernizzazione del sistema e un modello organizzativo efficace.
Roma, 11 marzo 2011