Nella giornata di oggi abbiamo tenuto un lungo incontro con Amministrazione su due questioni: il Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale e la bozza di Decreto Direttoriale riguardante la riorganizzazione del territorio. Su quest’ultimo aspetto, trasmetteremo a breve un documento di analisi e proposta come già facemmo in occasione della prima parte della riorganizzazione.
Anzitutto, due questioni di metodo: il CCNL vigente prevede che l’informativa sindacale debba essere preventiva, scritta e data in tempi tali da permettere l’esame dei documenti. Se come FP CGIL non avessimo sollecitato per due volte la trasmissione dei documenti, forse non sarebbero stati nemmeno trasmessi, senza rispetto delle corrette relazioni sindacali. Ad oggi, non abbiamo ancora avuto lo schema di decreto Direttoriale sul trattamento di missione e chiediamo che ci sia inviato prima del prossimo incontro dell’8 gennaio.
Altra nota di metodo, che denota la scarsissima attenzione per le relazioni sindacali, è l’assenza del vertice di INL alla riunione, lo stesso che ha anticipato alcuni pezzi della riorganizzazione a soggetti esterni (?) e privati, come i consulenti del lavoro. Non è un mistero, ad esempio, che la regionalizzazione della vigilanza tecnica sia stata già pubblicamente anticipata nei giorni scorsi, con tanto di video disponibile sul sito dei consulenti del lavoro.
Riguardo al Piano assunzioni 2024-2026, rileviamo una sua vaghezza riguardo agli strumenti che si ritiene di voler impiegare per procedere alle future assunzioni di personale, rispetto al quale si rileva una carenza di 2.631 unità. Abbiamo nuovamente evidenziato l’urgenza di scorrere integralmente la graduatoria degli ispettori del lavoro del “concorso unico lavoro”, la cui scadenza è prevista per il 31 maggio. L’amministrazione ci ha rassicurato di aver fatto richiesta di scorrimento al Formez per circa duecento unità e che nei prossimi mesi procederà a una nuova richiesta di scorrimento di quella graduatoria, con l’obiettivo di esaurirla. Vedremo. Nel frattempo, continueremo a sollecitare.
Ci è stato anche comunicato che 49 funzionari amministrativi della graduatoria CU/GIUL del “concorso unico lavoro” saranno convocati a Roma per la scelta sedi, al fine di ridurre il numero di rinunce.
Allo stesso modo, saranno convocati a Roma i 97 assistenti amministrativi del concorso Ripam per la scelta della sede, sempre col medesimo obiettivo.
Nel Piano delle assunzioni si prevede l’assunzione, nel 2024, di 44 Elevate Professionalità (13 con progressione verticale dall’interno e 30 con concorso pubblico aperto a tutti, alla faccia della valorizzazione degli interni), riducendo di 104 unità il numero di assunzioni degli ispettori del lavoro. Ma non era questo l’anno dell’aumento dei numeri delle ispezioni deciso in sede di PPNRR? E chi li farà questi famosi numeri in più con 104 ispettori in meno da assumere, oltre ai pensionamenti? Gli ispettori percentualizzati?
Sull’assunzione di queste 44 Elevate Professionalità nel 2024 abbiamo espresso fortissimi dubbi, non soltanto per l’impatto sulle facoltà assunzionali di ispettori, ma anche perché non ne sono stati definiti compiti e responsabilità, il che potrebbe essere foriero di svariati problemi, anche giudiziari.
In INL nessuno sembra essersi chiesto perché finora nessun altro Ente del comparto delle Funzioni Centrali si è attivato per la creazione di queste figure; forse perché i loro contorni vanno meglio precisati? Su questo potrebbe essere utile aspettare il rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali, nel quale di certo l’argomento sarà affrontato.
Per questo, meglio immaginare un avvio del percorso iniziando a istituire alcune EP, verificarne l’impatto sull’organizzazione e poi eventualmente ampliare.
Non abbiamo capito, poi, l’utilità di tre elevate professionalità di carattere giuridico amministrativo nella sede centrale, una sede con 5 Direttori di prima fascia e quasi 20 dirigenti di seconda, che certo non ha bisogno di professionalità giuridico amministrative. Un Ente che ha serissimi problemi con l’informatica dovrebbe investire su professionalità esterne che aiutino finalmente a far decollare quel pezzo, che è strategico per tutto il resto.
Il dubbio che la previsione di così tante EP sparse a pioggia sia solo un regalo e non sia funzionale all’efficienza della struttura ci assale.
Sulla riorganizzazione, abbiamo evidenziato la necessità di una struttura più snella e agile e non di un suo appesantimento. La struttura che si delinea, invece, ricalca più quella ottocentesca ministeriale che quella di una snella Agenzia degli anni 2000; ci sembra eccessivamente rigida e non flessibile come dovrebbe essere quella di un’agenzia, con il rischio di paralizzare l’attività degli uffici medi e piccoli. Si continua a parlare di processi e di teams, ma continua a essere totalmente assente un reale lavoro per processi e in team.
Nello schema inviato e discusso si aggiungono ulteriori strutture a quelle già presenti, con tanti soggetti deputati al coordinamento… Come avere un esercito con tanti generali e poca truppa sul campo. In media, si ipotizza un soggetto “coordinatore”, variamente denominato, ogni 6 dipendenti.
Francamente, un ente che ha grave carenza di personale e ragiona come se fosse a pieno regime, ci sembra stia facendo uno strategico errore di valutazione.
Da ultimo, la vigilanza: benissimo ricostituire i processi di vigilanza tecnica e bene anche immaginare delle specializzazioni della vigilanza tecnica per settori produttivi, ma ipotizzare che la vigilanza tecnica diventi un pezzo a sé, che non dialoga con la vigilanza del lavoro, significa smentire la genesi stessa di un’agenzia nata per ottimizzare e razionalizzare le ispezioni sul lavoro. Anche in questo caso, significa portare indietro le lancette dell’orologio al secolo scorso, con una vigilanza del lavoro a compartimenti stagni e non a 360°, come finalmente si potrebbe fare.
Non è pensabile che gli ispettori tecnici vadano in ispezione per conto loro come fossero un pezzo separato dal resto della struttura. Allo stesso modo, siamo poco convinti che la regionalizzazione della vigilanza tecnica sia funzionale alla sua efficienza e temiamo, anzi, che complicherà non poco le cose.
Di fondo, c’è un tema che continua a essere nascosto dall’INL, nonostante la mobilitazione dei mesi scorsi: cosa si pensa di fare per aumentare il salario accessorio dei lavoratori? Ad esempio, nel documento si prevede l’istituzione in Direzione Generale di 41 aree, sui territori di 369 processi, 468 teams, 14 unità di raccordo regionali. Con quali soldi si pensa di incentivare queste 892 (sic!) persone? Dedichiamo l’FRD solo a questo o continuiamo a dare due spiccioli a tutti? Si pensa davvero che ci sarà gente che continuerà, a queste condizioni, a voler assumere quei ruoli?
Ancora: il personale ispettivo (tecnico e del lavoro) consta di 3.223 unità, per effetto delle assunzioni. Come si pensa di incentivarli con un Fondo Poletti bloccato?
Se non si aumenterà in modo consistente l’FRD e il Fondo Poletti tra qualche mese prenderemo atto che altre centinaia di neoassunti hanno abbandonato l’INL o non vi prendono servizio perché non appetibile. Su questo abbiamo chiesto che il vertice dell’INL faccia sentire la propria voce con il vertice politico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per rappresentare l’urgenza di una soluzione.
Nel frattempo, noi aspettiamo che il Ministero del Lavoro ci convochi, come promesso, per sapere che intenzioni abbia in proposito. Altrimenti lo solleciteremo a dovere, visto che lo stato di agitazione non è affatto chiuso, per quanto ci riguarda.
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
Matteo Ariano |