01 Dicembre 2023
Roma, 1 dic – “Il ministro Zangrillo in queste ore continua a fare affermazioni fuori dalla realtà, a partire dal rinnovo dei CCNL pubblici: persevera, infatti, nell’utilizzare la media del pollo. Piuttosto, dica esattamente quella media di 170 euro quanto realmente si trasformerà in incrementi salariali per i Comparti e quanto invece andrà alla dirigenza”.
Lo dichiara in una nota la Funzione pubblica Cgil in relazione all’intervista su “La Stampa” del ministro della P.a. Paolo Zangrillo.
“E’ fondamentale ricordare che nella tornata passata il CCNL è valso un po’ più del 4% attestandosi sopra l’IPCA (l’indice dei prezzi al consumo armonizzato) di quel triennio, e in sanità siamo arrivati al 7% circa, comprese le indennità specifiche introdotte come risposta allo sforzo nella pandemia. In più, l’allora ministro Brunetta, a cui Zangrillo sembra ispirarsi sul tema ‘pagelline punitive’ – si legge ancora – aveva sottoscritto con i sindacati un accordo che aveva sommato alle risorse per il rinnovo del contratto 19/21 delle risorse aggiuntive per riformare l’ordinamento professionale e aumentare i fondi per il salario accessorio con una prima deroga ai tetti. Oggi, alla nostra richiesta di garantire il rispetto di quegli impegni, la risposta del ministro della Pa è stata quella contenuta nell’attuale legge di bilancio. Legge che, come lo stesso Zangrillo evidenzia, non è sopra l’inflazione né pari all’inflazione del triennio 22/24, a differenza del contratto 19/21. E i lavoratori sanno bene che pochi euro non sono sufficienti”.
“Ma non è finita qui”, prosegue la nota. “Con il mancato rifinanziamento delle risorse su ordinamento e deroghe al salario accessorio e la sostituzione dell’una tantum del 2023 con l’Indennità di Vacanza contrattuale 2024 anticipandola al 2023, si penalizzano i lavoratori che non vedranno riconosciuta la decontribuzione per effetto del cumulo dell’anticipo con i redditi del 2023. E’ la stessa Inps a confermarlo nel messaggio 4191. In questo modo le buste paga vedranno un taglio nel 2024, a cui si aggiunge la riduzione delle progressioni e il taglio al salario accessorio che non sono rifinanziati. Inoltre, la campagna sulle ‘pagelline’ ha come unico obiettivo attaccare la contrattazione, perché come sanno Aran e Funzione Pubblica, i contratti già prevedono criteri che non consentono ‘premi a pioggia’”.
“La verità – conclude Fp Cgil – è che siamo stufi di questo continuo attacco al lavoro pubblico e al sindacato, utile solo a mascherare che in realtà i lavoratori pubblici saranno penalizzati dal governo sia sul fronte degli aumenti salariali che delle carriere. Altro che innovazione: Zangrillo è il ministro della restaurazione, dalla limitazione dei salari alle pagelline. Siamo tornati al brunettismo del 2009”.